Con un programma improntato alla transizione verso un nuovo Servizio Sanitario Nazionale pronto a rispondere alle nuove esigenze della popolazione grazie a una migliore integrazione con il sociale: è così che Tiziana Frittelli, DG dell’AO San Giovanni Addolorata di Roma e Presidente di Federsanità Anci Lazio, appena riconfermata alla presidenza di Federsanità, guarda al futuro. Il VI Congresso Federsanità Nazionale, svoltosi ieri a Torino, è stato l’occasione per fare il punto sui molti problemi che affliggono la sanità italiana, a partire dalle sfide poste dalla gestione della cronicità, e sulle possibili soluzioni.
“Ringrazio tutti i miei colleghi direttori generali di ASL e AO provenienti da tutte le regioni italiane e i delegati delle Anci regionali – ha dichiarato Frittelli -. Proseguiremo tutti insieme il percorso avviato nel 2017 per valorizzare ancor di più oggi, e per i prossimi cinque anni, la missione istitutiva di Federsanità che è quella di realizzare in tutti i territori una Sanità di prossimità, vicina ai cittadini, orientata alla Salute in tutte le politiche e tesa a mettere a terra una reale integrazione sociosanitaria, fondata sul dialogo costante e costruttivo tra governance delle Direzioni strategiche ed enti locali, primi interlocutori dei cittadini in risposta ai propri bisogni di Salute”.
Nel suo discorso di insediamento, la presidente ha illustrato la propria visione della fase di cambiamento che il SSN sta attraversando:
“Alla complessità dei bisogni di salute e benessere da affrontare, corrisponde un’analoga complessità dei sistemi di risposta che occorre riorganizzare secondo il nuovo paradigma evolutivo. La richiesta di assistenza è sempre meno collegata a bisogni semplici e monodimensionali, spesso è invece legata a un complesso di patologie multiple, a volte correlate con non autosufficienze o disabilità, oppure con altre forme di fragilità e marginalità segnate da caratteri di forte disuguaglianza sociale. In questi casi la richiesta è quindi di una presa in carico globale e di una tipologia di assistenza non solo sanitaria ma anche di salute e benessere, una richiesta che arriva a comprendere anche aspetti riferiti al lavoro, all’istruzione, all’abitazione.
Il cambiamento organizzativo è il vero fattore da affrontare per sostenere le serie trasformazioni necessarie per creare risposte di salute complesse e multidimensionali
Il cambiamento organizzativo diventa quindi il vero fattore da affrontare per sostenere le serie trasformazioni necessarie per creare risposte di salute complesse e multidimensionali. I nostri attuali assetti organizzativi hanno estremo bisogno di convergere verso sistemi più evoluti e dinamici, capaci di interrompere l’annosa riproduzione dei tradizionali impianti divisionali da sempre largamente adottati.
Sistemi organizzativi dinamici e organizzati ‘a rete’, che sono di estrema importanza per il futuro. Si tratta di organizzazioni diverse, ibride, contaminate, in tensione positiva, che lavorano sui confini per ricomporre e non sulle fratture per continuare a suddividere e conservare. Procedendo lungo questa direzione si aprono scenari di grande rilievo, che riguardano anche la capacità di costruire competenze direzionali diverse per riuscire a mettere in campo risorse umane, professionali, economiche tecnologiche e strumentali appartenenti a enti diversi ma che perseguono le stesse finalità“.
Temi chiave per il SSN del (prossimo) futuro: l’adeguatezza delle risorse e la qualità dell’assistenza. “Non si tratta di richiedere più risorse, più strumenti e più personale perché ‘così non ci si fa più’, e ricercare di conseguenza una quota percentuale del PIL che sia migliorativa dell’esistente ma in qualche modo sostenibile nel dibattito pubblico. Si tratta di ritrovare una relazione fondante tra risorse pubbliche e finalità costituzionali del SSN, una relazione aurea.
Occorre definire quali siano le risorse adeguate alla realizzazione dei Livelli essenziali
Occorre definire quali siano le risorse adeguate alla realizzazione dei Livelli essenziali; ma di Livelli essenziali evoluti e integrati perché posti in relazione alla reale complessità degli attuali bisogni di salute, che impongono non solo risposte alle patologie ma gestioni e assistenze sempre più complesse e multidimensionali delle persone, delle famiglie e dei loro contesti di vita.
È infatti proprio nella evoluzione dei Livelli essenziali integrati in risposta ai bisogni complessi di salute e di assistenza, che risiede la chiave di questo rapporto aureo con adeguate dotazioni finanziarie, strumentali e di personale con nuovi profili, nuove competenze, nuovi assetti organizzativi moderni ed evoluti”.
Ecco quindi cosa sperare e su cosa lavorare secondo Frittelli: “Federsanità-Anci è una confederazione di organizzazioni a carattere regionale che mette insieme le competenze e le dimensioni tecnico-professionali delle aziende sanitarie, con le competenze e le dimensioni politico-istituzionali degli enti locali. È stata questa la grande scelta fondativa degli anni ’90 che si è rinnovata nel tempo fino a questi giorni, e che deve trovare ulteriore fondamento nella transizione in corso del SSN e nelle trasformazioni che stanno vivendo le nostre comunità locali.
Questa doppia natura, operativa e istituzionale, è il sale della nostra associazione e non va mai smarrita per nessun motivo. D’altra parte è proprio questa doppia natura che ci colloca nelle attuali dinamiche così complesse e delicate, mettendoci al fianco di tutte le organizzazioni e di tutti gli operatori pubblici, e al fianco di tutti gli enti e di tutte le istituzioni impegnati nella ‘…tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…’.
Esiste una relazione indissolubile tra qualità del personale, qualità dei finanziamenti e qualità delle cure e dell’assistenza
Per questo lavoriamo e speriamo in un rinnovato e rafforzato assetto istituzionale multilivello che coinvolga in modo permanente e persistente l’intero asse verticale dei poteri pubblici Stato, Regioni, Comuni, per la tenuta e lo sviluppo del Sistema sanitario nazionale integrato strutturalmente con le funzioni sociali. Un Sistema capace di evolvere verso forme organizzative e sistemi di servizio più adeguati alle complessità della nostra contemporaneità, ben consapevoli che esiste una relazione indissolubile tra qualità del personale, qualità dei finanziamenti e qualità delle cure e dell’assistenza.
La nostra grande confederazione di federazioni regionali può agire positivamente nel complesso sistema italiano per la salute, cercando di dare un proprio contributo per la sua tenuta e la sua evoluzione. La pluralità che è insita nel rapporto paritario e cooperativo tra le confederazioni regionali e con la confederazione nazionale, permette di trattare dimensioni di caratura generale portando a valore condiviso tutte le identità e i caratteri peculiari dei nostri territori e, allo stesso tempo, permette di declinare azioni strutturali attraverso la necessaria personalizzazione operativa che solo le federazioni regionali possono perseguire”.
Le stagioni della cronicità
Il Congresso nazionale è coinciso con il convegno “Le stagioni della cronicità” organizzato da Federsanità Piemonte. “Dare una risposta alla cronicità è una delle maggiori sfide che si pongono per la sanità dei prossimi anni, insieme alla ricostruzione di un sistema territoriale che possa dare una risposta ai crescenti bisogni della cittadinanza”, commenta l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Icardi. Senza dimenticare le potenzialità offerte dalla telemedicina.
Long Covid: un problema di sanità territoriale
Tra i nuovi bisogni in tema di cronicità c’è il Long Covid. Anche se si tratta di un aspetto ancora poco conosciuto in termini di cause, modalità di gestione e durata, di sicuro consiste in un insieme di sintomi e problematiche di tipo sanitario che vanno gestite a livello territoriale, afferma Fabrizio Faggiano, Università del Piemonte Orientale, direttore vicario del Centro interdipartimentale per il management sanitario (CEIMS).
Azioni per una rete sociosanitaria
Enzo Bianco, presidente della commissione Cittadinanza, governance, affari istituzionali ed esterni (Civex) del Comitato Europeo delle Regioni e presidente del Consiglio Nazionale di Anci, sottolinea l’importanza della sinergia fra gli ambiti della sanità e del sociale: “C’è un grande bisogno di collaborazione tra tutti coloro che operano nel settore sociosanitario e in particolare su un tema delicatissimo come la cronicità. Bisogna fare squadra. Non si può lasciare un tema così delicato soltanto agli operatori sanitari oppure solo alle strutture sociali del Comune: serve lavorare insieme. Anzitutto sui fronti della prevenzione, dell’informazione corretta e dell’assistenza, che non è solo medica o psicologica ma a tutto campo. L’alleanza fra Federsanità e Anci è un esempio che va in questa direzione e speriamo di poterla attuare in tutte le Regioni. Qui in Piemonte l’operazione comincia a funzionare in modo adeguato, la useremo come esempio a livello di buone pratiche”.
Va in questa direzione anche la recente iniziativa lanciata da AGENAS e Federsanità ANCI, che, in collaborazione con il gruppo PonGov ICT e Cronicità, hanno presentato ufficialmente l’avvio dei lavori dell’Osservatorio sull’integrazione socio-sanitaria (OISS), uno strumento ideato per la raccolta sistematica di esperienze e la diffusione delle buone pratiche. L’obiettivo è quello di metterle a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private e dei decisori istituzionali, per contribuire positivamente alla costruzione delle nuove politiche pubbliche che riguardino i sistemi territoriali per la salute e il benessere, spiega Francesco Enrichens, Project Manager PonGov Cronicità – Agenas.
A 9 marzo a Padova si discute di denatalità
“La denatalità è uno dei più gravi problemi che affliggono il nostro Paese – afferma Domenico Scibetta, presidente Federsanità Anci Veneto -. Basti pensare che il tasso di natalità è passato dal 1965 quando era di 2,7 figli per donna fertile a 1,24-25, tanto che si prevede che nel 2050 la popolazione attiva sarà pari a quella non attiva: è un nodo di natura politica, sociologica e di sviluppo del Paese e per questo Federsanità Veneto ha deciso di contribuire al dibattito organizzando un evento sul tema per il 9 marzo a Padova“.