La prescrizione sociale registra una attenzione crescente a livello globale come pratica complementare alla medicina tradizionale. Attiva da oltre trent’anni nei Paesi del Nord Europa, si fonda sul riconoscimento dei determinanti sociali della salute e promuove un approccio non clinico orientato al ben-essere complessivo della persona, con particolare attenzione a chi vive situazioni di vulnerabilità.
Si tratta di un programma che può essere attivato, ad esempio, dai medici di base nell’ambito dell’assistenza primaria, attraverso il coinvolgimento di una figura dedicata – l’operatore di collegamento (link worker) – formalmente introdotta in Inghilterra nel 2019 all’interno delle Primary Care Networks (PCN). Il suo compito è connettere le persone alle risorse disponibili nella comunità, facilitando l’accesso ad attività culturali, artistiche, sociali, sportive o a contatto con la natura.
La prescrizione sociale non solo sostiene la salute del singolo individuo, ma apporta benefici all’intero tessuto sociale, contribuendo ad alleggerire il carico sul sistema sanitario e sulla rete familiare. Si configura innanzitutto come un intervento preventivo, capace di contrastare l’aggravarsi delle condizioni di salute e di ridurre il ricorso a farmaci, prestazioni specialistiche e ospedalizzazioni. Allo stesso tempo, offre un supporto significativo nella gestione quotidiana della malattia, migliorando la qualità della vita.
La prescrizione sociale sostiene la salute del singolo individuo e alleggerisce il carico sul sistema sanitario e sulla rete familiare
Crescono anche le evidenze scientifiche sugli impatti positivi della prescrizione sociale, soprattutto per le persone che convivono con patologie croniche. Tra queste rientrano le condizioni a lungo termine caratterizzate da multimorbilità complessa, spesso correlate a fattori come l’invecchiamento, il genere femminile, un basso reddito e una rete sociale fragile.
Malattie croniche non trasmissibili: la dimensione del problema
Secondo l’Osservatorio Globale della Salute, le malattie croniche non trasmissibili (NCD), come quelle cardiovascolari, i tumori, il diabete e le patologie respiratorie rappresentano una delle sfide più rilevanti per la salute pubblica a livello mondiale. Nel 2021, le NCD sono state responsabili di oltre 43 milioni di decessi, e circa l’82% delle morti premature (cioè sotto i 70 anni) si è verificato nei Paesi a basso e medio reddito.
Nel 2021 le NCD sono state responsabili di oltre 43 milioni di decessi
Le malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa di morte globale, con oltre 19 milioni di decessi all’anno, seguite dai tumori (circa 10 milioni) e dalle malattie respiratorie croniche (oltre 4 milioni).
Nel 2022, si stimavano oltre 800 milioni di persone affette da diabete, con una prevalenza tra gli adulti pari al 14%. Nello stesso anno, ben 445 milioni di persone sopra i 30 anni non avevano accesso a un trattamento farmacologico adeguato. Il diabete è stato inoltre la causa diretta di circa 1,6 milioni di decessi, il 47% dei quali si è verificato prima dei 70 anni, a conferma del suo forte impatto in termini di mortalità precoce.
Le malattie croniche, che compromettono la qualità della vita delle persone, richiedono inoltre un’attenzione crescente da parte dei sistemi sanitari, sia sotto il profilo clinico sia economico, a causa della necessità di diagnosi precoci, terapie durature e frequenti ospedalizzazioni. I relativi costi sono elevati e comprendono spese dirette – come farmaci, monitoraggi e visite specialistiche – e spese indirette legate all’assistenza continuativa e alla gestione delle condizioni nel lungo periodo. Tali oneri non solo mettono sotto pressione i bilanci dei servizi sanitari pubblici, ma incidono in modo significativo anche sulle famiglie, soprattutto nei Paesi in cui il sistema sanitario è sotto-finanziato o l’accesso alle cure preventive è limitato.
Evidenze scientifiche sui benefici
Alla luce di ciò, la prescrizione sociale si configura come un approccio complementare, accessibile e sostenibile. A confermarne l’efficacia è una revisione sistematica con meta-analisi pubblicata nel 2024, che ha valutato l’impatto degli interventi di prescrizione sociale nella gestione delle condizioni croniche negli adulti. L’analisi ha incluso 12 studi controllati randomizzati e quasi-randomizzati condotti in Stati Uniti, Regno Unito, Belgio e Australia, esaminando esiti quali la qualità della vita, il livello di attività fisica, il ben-essere psicologico e indicatori clinici specifici per patologia.
Il cancro e il diabete sono risultati essere le principali condizioni a lungo termine rilevate, per le quali sono stati applicati interventi della durata variabile tra 8 settimane e 18 mesi, su un campione complessivo di 3.566 pazienti, con un’età media di 48 anni e una maggioranza femminile pari al 61,1%.
Tra i risultati emersi, si sono osservati miglioramenti significativi nella qualità della vita sia a breve sia a lungo termine, in particolare per coloro che hanno partecipato con maggiore frequenza agli interventi di prescrizione sociale (oltre tre incontri).
La prescrizione sociale migliora la qualità di vita a breve e a lungo termine
Solamente due studi hanno evidenziato un aumento rilevante nella frequenza (almeno tre volte a settimana) e nella durata dell’attività fisica svolta dai partecipanti.
Per quanto riguarda gli indicatori clinici specifici, sette studi hanno analizzato l’effetto dell’intervento di prescrizione sociale sui livelli di emoglobina glicata (HbA1c) in persone con diabete. Quattro di questi hanno riscontrato miglioramenti significativi nei livelli di HbA1c nei gruppi di intervento, con esiti positivi a 6 mesi, 12 mesi e 18 mesi di follow-up. Inoltre, è stata osservata una riduzione del disagio psicologico e degli episodi depressivi associati alla gestione del diabete.
La prescrizione sociale migliora gli indicatori clinici e riduce disagio psicologico e depressione
Sintomi come dispnea, tosse, respiro sibilante, debolezza, affaticamento e ridotta capacità di esercizio fisico compromettono la qualità della vita e contribuiscono alla progressiva riduzione della partecipazione sociale. L’Art on Prescription (AoP), ovvero la prescrizione di interventi di partecipazione culturale ed espressione creativa, ha mostrato effetti benefici anche su pazienti affetti da patologie polmonari croniche, spesso associate a rilevanti impatti biopsicosociali.
Una revisione pubblicata nel 2019 suggerisce che l’integrazione di attività artistiche come la musica e la danza nei percorsi di cura delle malattie respiratorie croniche è associata a un miglioramento della capacità di esercizio fisico e della funzionalità dei muscoli respiratori. Queste pratiche, inoltre, promuovono la partecipazione a esperienze di gruppo, rafforzando il ben-essere relazionale e aumentando il senso di soddisfazione sociale.
L’Art on Prescription migliora la capacità di esercizio fisico e la funzionalità dei muscoli respiratori, oltre al ben-essere relazionale e al senso di soddisfazione sociale
Esperienze operative
Molti dei risultati positivi legati alla prescrizione sociale trovano riscontro nella pratica, con numerosi casi di successo in particolare nel Regno Unito, che rappresenta uno dei contesti più avanzati nell’implementazione di questo approccio. Tra le iniziative più rilevanti vi sono quelle documentate dalla National Academy for Social Prescribing (NASP), un ente benefico istituito nel 2019 con l’obiettivo di promuovere e sostenere la diffusione della prescrizione sociale.
Un esempio significativo è rappresentato dal programma Ways to Wellness, attivo a Newcastle dal 2015,che si rivolge a persone affette da condizioni di salute a lungo termine, indirizzate dai link worker verso una rete di attività e risorse comunitarie – tra cui arte, cultura, volontariato, supporto sociale e attività fisica. I risultati indicano che l’86% dei partecipanti ha riportato un miglioramento del proprio ben-essere, mentre i costi delle cure secondarie (ospedaliere e specialistiche) per paziente sono risultati inferiori del 27% rispetto al gruppo di controllo.
Un altro esempio operativo è rappresentato dal programma AoP nel Gloucestershire, costituito come un consorzio di organizzazioni che promuovono interventi per la salute basati sull’arte e sulla creatività. Il programma è stato commissionato dal Servizio Sanitario Nazionale inglese e si rivolge a persone affette da diverse patologie, tra cui diabete di tipo 1, epilessia e cancro, registrando significativi miglioramenti nei livelli di ansia e depressione.
Nel Regno Unito la prescrizione sociale è ormai una realtà consolidata: numerosi programmi attivi hanno già dato prova della loro efficacia
Programmi come questi, insieme alle evidenze scientifiche sugli impatti generati, rafforzano la visione della prescrizione sociale come uno strumento integrato nella medicina di base, capace di rispondere in modo più ampio e personalizzato ai bisogni di salute. Ciò è possibile anche grazie ai link worker, figure fondamentali che mettono a disposizione tempo e competenze per comprendere la condizione fisica, psicologica, sociale e personale del paziente, aiutandolo a orientarsi tra i servizi sanitari e le risorse offerte dalla comunità.
Per approfondire
- Catterina Seia e Sara Uboldi. Come combattere l’ansia senza farmaci con la “prescrizione sociale”, 26 luglio 2022
- Catterina Seia e Elena Rosica. L’epidemia della solitudine: una fragilità collettiva, 30 maggio 2025
- Catterina Seia e Sara Uboldi. Pazienti o persone? Sette passi per avviare un cambio di paradigma, 29 marzo 2023