Prescrizione sociale: c’è il manuale OMS in italiano

Pubblicata la traduzione italiana del documento redatto dall’OMS con l’obiettivo di fornire a organizzazioni, decisori e singoli professionisti sanitari una guida pratica per l’attuazione di un programma di prescrizione sociale da offrire agli utenti dei servizi sanitari

Prosegue con questo approfondimento la collaborazione con il Cultural Welfare Center (CCW) sulla base di un progetto comune di diffusione della conoscenza sul valore delle arti e della cultura per il benessere e la salute

Prescrizione sociale sì, ma come? La prescrizione sociale si basa sulle prove scientifiche relative all’impatto dei fattori socioeconomici sulla salute e sull’ipotesi che affrontare i determinanti sociali sia cruciale per migliorare gli esiti di salute, riaffermando la centralità del modello biopsicosociale.

La prescrizione sociale si basa sulle prove scientifiche relative all’impatto dei fattori socioeconomici sulla salute

Per favorire la diffusione di questo tipo di esperienze e pratiche nel nostro Paese, Istituto Superiore di Sanità (ISS), Cultural Welfare Center (CCW) e DoRS Regione Piemonte, in collaborazione con il Centro BACH-Università di Chieti e Pescara, il Centro per la Salute del Bambino e la Fondazione Medicina a Misura di Donna, hanno curato la traduzione italiana del documento A toolkit on how to implement social prescribing, pubblicato a maggio 2022 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con l’obiettivo di fornire a organizzazioni, decisori e singoli professionisti sanitari una guida pratica per l’attuazione di un programma di prescrizione sociale da offrire agli utenti dei servizi sanitari.

«La traduzione del kit in italiano mette a disposizione di professionisti sanitari, decisori e organizzazioni interessati ad attuare percorsi di prescrizione sociale uno strumento fruibile con immediatezza nella quotidianità del proprio lavoro – afferma Giovanni Capelli, Direttore del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (CNaPPS), ISS -. Il documento dell’OMS non è un manuale teorico, ma una guida pratica. La traduzione italiana mira a facilitare e promuovere l’adozione di questo approccio nel nostro Paese».

«La prescrizione sociale è un mezzo che consente ai professionisti e ai servizi sanitari di utilizzare risorse non sanitarie presenti nella comunità per rispondere ai bisogni dei propri pazienti, migliorandone la salute e il benessere – spiega Ilaria Lega, Ricercatrice presso il Reparto Salute della donna e dell’Età evolutiva, CNaPPS, ISS -. Le prove scientifiche dimostrano che i fattori sociali, come per esempio l’istruzione, il reddito e le condizioni abitative influenzano i comportamenti sanitari e hanno un forte impatto sulla salute. È quindi necessario ripensare l’equilibrio tra il modello di cura biomedico e quello sociale e psicologico nella pratica clinica, favorendo un approccio più personalizzato alle cure.

Agendo sui determinanti sociali di salute, si intende ridurre la domanda di assistenza sanitaria e i relativi costi

La prescrizione sociale consente di affrontare i determinanti sociali della salute, riducendo potenzialmente la domanda di assistenza sanitaria e i relativi costi. Essa si rivolge in particolare alle persone che richiedono un supporto emotivo e sociale superiore a quello che può essere reso disponibile nell’assistenza sanitaria di routine: per esempio le persone con patologie croniche o socialmente isolate, con disturbi mentali o le persone vulnerabili a causa dell’età o della condizione economica. Le risorse della comunità alle quali dare accesso al paziente tramite la prescrizione sociale vanno calibrate in base ai bisogni individuali e possono essere di vario tipo, comprendendo per esempio l’attività fisica, le attività artistiche, occupazionali o di volontariato, il supporto per l’esercizio dei diritti sociali, al credito o all’alloggio. La prescrizione sociale ha grandi potenzialità anche per la promozione della salute, in particolare per la promozione dello sviluppo infantile precoce e il supporto alla genitorialità“.

Esperienze di prescrizione sociale in Italia

Quali i punti cardine del documento? «Sono due a nostro avviso – dice Lega -. Il primo è la sua struttura schematica, che guida il lettore attraverso le varie fasi dell’attuazione di un percorso di prescrizione sociale, dall’analisi del contesto, alla costituzione di gruppo di riferimento per l’attuazione che sviluppi un piano di lavoro, la mappatura delle risorse della comunità, la formazione degli operatori che hanno un ruolo di collegamento fra i servizi sanitari e la comunità, per arrivare al monitoraggio e alla valutazione dell’impatto dell’intervento. Il secondo elemento, non meno importante, è il richiamo a una visione della cura basata sul modello biopsicosociale e l’approccio olistico».

La guida contiene un kit di strumenti pratici per mettere in atto un percorso di prescrizione sociale

In Italia, confermano gli esperti dell’ISS, si sono sviluppate esperienze di altissimo livello basate sul collegamento tra i servizi sanitari e il mondo culturale, alcune delle quali hanno saputo trasformarsi in programmi permanenti. Tra queste, la rete di MTA – Musei Toscani per l’Alzheimer, che propone programmi dedicati alle persone affette da demenza e ai loro caregiver riconosciuti dalla Regione Toscana, o il programma Nati per Leggere, che dal 1999 opera una connessione tra l’attività svolta dal pediatra di famiglia e il contesto sociale e culturale delle biblioteche pubbliche, accompagnando i neo genitori alla scoperta della lettura condivisa con il bambino.

Un vero e proprio programma di prescrizione sociale è attuato dal 2021 con il progetto “Sciroppo di Teatro” in Emilia-Romagna, dove i bambini e le bambine dai 3 agli 11 anni con i loro accompagnatori possono andare a teatro con un voucher prescritto dagli oltre 250 pediatri aderenti all’iniziativa, per tre euro a spettacolo. L’obiettivo è creare un’alleanza di sistema capace di promuovere la salute e il benessere delle famiglie.

In Italia si sono sviluppate esperienze di altissimo livello basate sul collegamento tra i servizi sanitari e il mondo culturale

«Come Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del progetto internazionale Music and Motherhood promosso dall’Ufficio della Regione europea dell’OMS, abbiamo recentemente coordinato uno studio che ci ha consentito di rendere disponibile nei Consultori familiari della ASL Città di Torino, dell’AULSS 6 Euganea e della ASL Roma 2 un intervento di canto di gruppo rivolto a neomamme con sintomi di depressione post partum – afferma Cappelli -. Ciascuna Azienda sanitaria partecipante all’intervento, rivolto a 10-11 mamme entro i 9 mesi dal parto con i loro bambini, ha previsto 10 incontri settimanali condotti da un leader di canto professionista appositamente formato, affiancato da personale sanitario dei Consultori. L’intervento, che si è dimostrato fattibile, ben accetto sia alle partecipanti che ai professionisti sanitari coinvolti e sostenibile, rappresenta un primo esempio italiano di prescrizione sociale attuata seguendo la metodologia descritta nel Kit».

Nell’Europa geografica, il paese che ha forme più strutturate e capillari di prescrizione sociale è certamente il Regno Unito, dove la prescrizione sociale è state inserita nel Long Term Plan del Servizio sanitario nazionale, che prevede che quasi un milione di persone si qualificheranno per essere indirizzate dal medico di medicina generale a schemi di prescrizione sociale entro il 2024.

Evidenze, potenzialità e iniziative in campo

Negli ultimi anni i confini della prescrizione sociale sono caduti: è ormai diffusa la consapevolezza che, dopo il Covid, gli approcci biomedici alla salute e al benessere potrebbero non essere più sufficienti.

«La pandemia ha messo in luce la fragilità dei sistemi sanitari e ha aumentato le disuguaglianze – commenta Lega -. In base a questi presupposti, il ricorso alla prescrizione sociale sia come strategia di supporto alla capacità dei servizi sanitari di dare risposte ai bisogni complessi dei propri utenti che come forma di contrasto alle diseguaglianze appare ancor più rilevante».

Ma in che modo si può promuovere questo tipo di approccio nel nostro Paese? «In primo luogo diffondendo le evidenze internazionali relative all’impatto positivo della prescrizione sociale sulla salute e alla riduzione dei costi per i servizi sanitari. Nel Regno Unito, per esempio, la prescrizione sociale è risultata associata a una riduzione media degli accessi in pronto soccorso e dal medico di medicina generale compresa tra il 20-40% – sostiene Lega -. È importante anche che i decisori locali, regionali e nazionali dispongano delle conoscenze e degli strumenti necessari a programmare questo tipo di percorsi. Da questo punto di vista la disponibilità della versione italiana del toolkit è un primo passo importante».

Nel Regno Unito, la prescrizione sociale è risultata associata a una riduzione media degli accessi in pronto soccorso e dal medico di medicina generale compresa tra il 20-40%

Il presupposto dell’attuazione della prescrizione sociale è la capacità di connettere i servizi sanitari con le risorse presenti nella comunità. «L’ostacolo principale è quindi rappresentato dalla mancanza di una pratica di questa modalità di lavoro o dalla mancanza di risorse nella comunità – sottolinea la ricercatrice -. Inoltre, per dare continuità alle iniziative realizzate, è fondamentale poter contare su una programmazione almeno di medio periodo».

Tuttavia le potenzialità e le prospettive della prescrizione sociale sono molteplici, sia per la promozione della salute e del benessere che per la prevenzione delle malattie: ecco perché è così importante continuare a portare avanti proposte in tal senso.

«L’uso su larga scala della prescrizione sociale potrebbe favorire l’uso più sistematico e intersettoriale delle risorse presenti sul territorio a partire dalle Case di comunità previste dal Decreto del Ministero della Salute n. 77 del 2022, ampliando la gamma dei bisogni di salute ai quali la medicina di prossimità si candida a dare risposta. Senza dimenticare il ruolo della rete degli ospedali che promuovono salute – conclude Capelli.

L’uso su larga scala della prescrizione sociale potrebbe favorire l’uso più sistematico delle risorse presenti sul territorio, a partire dalle Case di comunità

Numerose sono le iniziative che stiamo portando avanti, all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità, come Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (CNaPPS): il gruppo di ricerca che ha condiviso con l’OMS Music and Motherhood sta lavorando per mettere a disposizione della comunità scientifica e dei decisori i risultati di questa esperienza e gli strumenti utili a replicarla. Siamo inoltre coinvolti nel progetto europeo Icehearts Europe, che punta a migliorare salute e benessere di bambini e adolescenti vulnerabili tramite la figura non sanitaria di un “mentore” che offre una presa in carico globale di lunga durata, che include il supporto nello studio, la pratica di attività di gruppo anche sportive e il collegamento con i servizi del territorio. È attiva anche una collaborazione con la già menzionata rete degli ospedali che promuovono salute, che nei prossimi mesi si dedicherà ad approfondire il tema della cultura come risorsa per la salute».

Consulta il documento sul sito dell’ISS

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Adriana Riccomagno
Giornalista professionista in ambito sanitario