Paglia: «Una gestione etica dell’intelligenza artificiale passa dall’attenzione agli anziani»

Il dialogo di TrendSanità con il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita: «A luglio ad Hiroshima firmeremo con tutte le religioni del mondo il documento Rome Call for AI Ethics»

Viviamo in un’epoca senza precedenti, paragonabile a una rivoluzione simile a quella dove si è passati dall’analogico al digitale, un’era che vede evolvere le intelligenze artificiali ad un ritmo crescente, quasi esponenziale.

Le intelligenze artificiali conversazionali” (ChatGPT e i suoi simili) si pongono, in particolare, come un tema invasivo e pervasivo, suscitando preoccupazioni crescenti in ambito etico e umanistico. Specialmente in campo medico e di cura.  Certo, dalle AI possiamo trarre profitto, ma sorge la questione di stabilire dei confini e mettere un perimetro al loro impatto sulle nostre vite, al fine di evitare azioni che potrebbero evolvere in significative derive.

Vincenzo Paglia

Ad approfondire l’argomento al Ministero della Salute, in occasione del summit organizzato da Culture dal titolo “Digital Health by Design dati e IA”, è stato monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che, dialogando con TrendSanità, sottolinea come l’umanesimo debba avere preminenza su tutte le tecnologie e lancia un appello sul coinvolgimento degli anziani.

«Gli anziani in Italia sono 14 milioni e su questi non c’è pensiero: politico, economico e sanitario, tant’è vero – ha sottolineato Paglia – che nel contesto dei percorsi di sperimentazione clinica e dell’autorizzazione alla messa in commercio dei farmaci, sono coinvolte persone con un’età compresa tra 20 e 50 anni, mentre la popolazione anziana, che rappresenta la maggior parte degli utilizzatori, non viene considerata. Lo sviluppo della medicina e del benessere hanno aumentato la speranza di vita di circa 20/30 anni, ma la società non ha ancora recepito questo progresso e ancora non è in grado di mantenere sempre il benessere per le persone over 65. Nasce quindi un’esigenza di consapevolezza per superare la distinzione che sussiste tra sociale e sanitario».

Monsignor Vincenzo Paglia è anche Presidente della Commissione per l’attuazione della riforma dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria della popolazione anziana del Ministero della Salute che ha dato impulso al disegno di legge sulla riforma della non autosufficienza. 

«La relazione, l’abbraccio, l’amore e i sentimenti possono solo essere umani». L’uso del termine intelligenza, secondo Paglia, può essere soltanto legato all’umanità e alla fisicità

Nell’affrontare il complesso tema dell’intelligenza artificiale Paglia ha fatto più volte riferimento a uno scienziato giapponese di fama internazionale, che già nel 2020, in occasione di un convegno sulla robotica, organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita, affermò che la nostra sarebbe stata l’ultima generazione organica, dopo questa vi sarà l’era dell’umanità inorganica. La solitudine degli anziani è stato l’altro grande tema etico e sociale sottolineato dal prelato che l’ha approfondito citando ancora lo scienziato giapponese: «Il Giappone ha il primato mondiale di popolazione anziana, dove la solitudine e l’abbandono sono una tragedia enorme. Diversi anziani giapponesi rubano per poter andare in carcere e avere almeno un po’ di compagnia».

In questo scenario distopico, aggiunge Paglia: «Un robot simile all’umano per combattere la solitudine, così congegnato ci porta dritti all’esplosione del sistema. Dobbiamo restare noi coloro che guidano la macchina.  La tecnologia, come l’intelligenza artificiale, è da abbracciare con entusiasmo, tenendo però presente le coordinate. Specialmente nel campo medico, non possiamo affidare alla macchina la gestione della salute di una persona. Questa è la contraddizione che costituisce anche una sfida enorme alla nostra società contemporanea».

«La relazione, l’abbraccio, l’amore e i sentimenti possono solo essere umani». L’uso del termine intelligenza, secondo Paglia, può essere soltanto legato all’umanità e alla fisicità, mentre il termine artificiale deve per forza riferirsi ad uno strumento dell’uomo.

Infine, un aneddoto esemplare: «Gli ingegneri che lavorano a Seattle sono circa 50mila», racconta Paglia riportando un aneddoto di alcuni anni fa, quando incontrò l’allora Presidente di Microsoft, Brad Smith, che esprimendo la propria preoccupazione disse: «Siamo tutti ingegneri condannati ad inventare sempre nuove tecnologie per poter rimanere sul mercato. Possiamo inventare cose belle, come tecnologie per far vedere ai ciechi e sentire ai sordi, ma possiamo anche inventare cose terribili. Gli ingegneri non conoscono il limite e noi vorremmo che lei venisse ad accompagnarci in questo percorso».

Nel 2020 ci fu la firma alla Rome Call for AI Ethics, iniziativa che partì su impulso della Pontificia Accademia per la Vita e vide come primi firmatari i rappresentanti di Microsoft, Ibm, Fao e dal Ministero dell’Innovazione, in rappresentanza del Governo italiano. La Rome Call è stata riproposta ad inizio del 2023, alla firma dei rappresentanti di 3 religioni, Ebraismo, Cristianesimo e Islam, e «a luglio, ad Hiroshima, verranno alla firma anche tutte le altre religioni del mondo». La Rome call è un documento nato per promuovere una «algoretica», ovvero uno sviluppo etico dell’intelligenza artificiale. L’algoretica, termine tecnico che sta a significare l’etica degli algoritmi, presuppone che sia l’uomo a “guidare” gli strumenti di intelligenza artificiale, nei processi decisionali. 

L’intelligenza artificiale può aiutare la cura agli anziani nelle loro case, facendoli sentire meno soli

In conclusione, il pensiero ritorna agli anziani: «L’assistenza delineata nella riforma della non autosufficienza prevediamo che abbia un massiccio uso della telemedicina. Nello specifico non possiamo permettere che in una società civile si mettano gli anziani “nello scarto”. È una lotta di civiltà. L’auspicio è che possano essere curati nelle proprie case, nel luogo dove hanno vissuto, magari favorendo il cohousing. E l’intelligenza artificiale può essere utile, se noi siamo saggi sviluppandola e dirigendola verso quel nuovo umanesimo planetario che, a mio avviso, è l’unico orizzonte possibile, a meno che non vogliamo distruggerci…». 

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Silvia Pogliaghi
Giornalista scientifica, esperta di ICT in Sanità, socia UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione)