Negli ultimi anni la farmacia dei servizi è divenuta una realtà tangibile. Complice il covid-19, e tutte le attività introdotte ultimamente, i farmacisti italiani hanno dato sostanza a quel concetto di assistenza sanitaria territoriale su cui insistono molte delle riforme che investono il Servizio Sanitario Nazionale. Lo spirito è quello della programmazione delle reti di prossimità, quali strutture assistenziali intermedie volte a creare un sistema più vicino ai cittadini, capace di intercettarne i bisogni minimali.
Le novità del “Semplificazioni”
Uno specialista di livello nazionale dall’altro capo del Paese potrà visitare un paziente nella sua farmacia di quartiere
In particolare, l’articolo 11 della Legge 69 del 18 giugno 2009 ha fornito il quadro legislativo in base a cui le farmacie possono erogare nuovi servizi nell’ambito del SSN. Il successivo Decreto legislativo 153 del 3 ottobre 2009 ha quindi individuato, in maniera più precisa, la tipologia di servizi che le farmacie di comunità possono erogare all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Oggi, intervenendo su quanto indicato nel Dl 153/2009, la bozza del nuovo Ddl “Semplificazioni” – approvata dal Consiglio dei Ministri su proposta di Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione – introduce più di una novità sul mondo della farmacia. Ampliando in modo rilevante l’offerta dei servizi erogabili.
La telemedicina dei farmacisti
Tra i vari punti del Disegno di legge, particolare considerazione viene dedicata alla telemedicina, «prevedendo espressamente la possibilità per i farmacisti di erogare vari i servizi di telemedicina. Beninteso, sempre nei limiti delle competenze del professionista e nel completo rispetto dei requisiti funzionali e dei livelli di servizio espressi all’interno delle linee guida nazionali». Sono le parole che rilascia a TrendSanità Rocco Carbone, presidente del Comitato tecnico scientifico di SIT Basilicata e coordinatore della nuova Commissione di telefarmacia della Società Italiana di Telemedicina (SIT).
Dalla televisita al telemonitoraggio
Entriamo così nel dettaglio dei servizi di telemedicina erogati in farmacia. Parliamo, in particolare, della televisita (le farmacie territoriali offrono già differenti servizi di diagnostica, spaziando dall’Ecg all’holter cardiaco e/o pressorio, dalle spirometrie ad alcune tipologie di esami ematici che vengono refertati da strutture sanitarie esterne, sia pubbliche sia private) e del telemonitoraggio (servizio periodico e non continuativo, svolto con il supporto della rete delle farmacie che permette l’acquisizione di dati e parametri, la loro raccolta e la trasmissione all’infrastruttura regionale di telemedicina). Così, con l’approvazione del nuovo Ddl, la telemedicina può costituire sempre più uno strumento mediante cui la farmacia attesta il suo ruolo centrale quale fornitore di servizi sanitari di prossimità, facilitando l’accesso all’assistenza sanitaria anche nei contesti più complessi.
Sostenere e sviluppare la telefarmacia
Sfogliando a ritroso il calendario, tra gli obiettivi di rifondazione della rete sanitaria territoriale annunciati dalla missione Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e recepiti con il Decreto del Ministero della Salute 77 del 23 maggio 2022, è prevista la realizzazione – entro il 2026 – di 1.288 Case della Comunità, di 381 Ospedali di Comunità e di 602 Centrali Operative Territoriali. Dal PNRR al territorio, dunque. «In questo contesto programmatico, un ruolo importante è riservato, appunto, alla telemedicina. Parliamo di una grande occasione per verificare l’appropriatezza prescrittiva, prevenire errori terapeutici, migliorare la compliance del paziente e l’aderenza terapeutica. Ecco perché le farmacie, sia pubbliche sia convenzionate, sono chiamate a diventare un avamposto, in una visione di prossimità assistenziale che muta dall’approccio “farmaco oriented” a quello “paziente oriented”, ammette Carbone. Uno sprone importante giunge dalla stessa Commissione di telemedicina in farmacia della SIT, la cui azione si svolge attraverso relazioni con gli Ordini, le associazioni professionali e le reti delle farmacie per supportare e sviluppare la telefarmacia e la farmacia dei servizi.
Una commissione di esperienza
Composta da dieci professionisti con esperienza istituzionale e dalle associazioni professionali di categoria – insieme a Carbone, al quale è affidato il coordinamento, ci sono i farmacisti Susanna Ciampalini (vicepresidente, già Ministero della Salute), Domenico Di Tolla (presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Lecce), Raffaele La Regina (Segretario del Consiglio direttivo di Federfarma Salerno), Paolo Levantino (Agifar Palermo, giornalista), Maria Grazia Cattaneo (farmacista ospedaliera), Chiara Rabbito (avvocato, esperta in materia giuridica), Edmire Bashkimi (Master AI, farmacista docente), Stefano A. Inglese (analista ed esperto di politiche sanitarie), Vincenzo Telesca (dottore in biotecnologie) – la commissione di telemedicina in farmacia della SIT si propone di raggiungere una serie di obiettivi importanti.
Un contributo alla rivoluzione telemedicina
Lo stesso coordinatore sintetizza così gli obiettivi della commissione: «Il fine principale è quello di istituire e collaborare alla realizzazione delle linee guida per l’applicazione della telemedicina in farmacia a sostegno dei servizi. Anche curando i rapporti e le collaborazioni con le commissioni regionali per la farmacia dei servizi». E ancora, prosegue Carbone, «valutare una serie di proposte e iniziative che verranno presentate alla SIT dalle aziende operanti nel settore e nelle reti delle farmacie. Nonché proporre un piano di sviluppo della telemedicina e dell’intelligenza artificiale in farmacia – monitorando fin dove applicare l’IA –, e portare avanti rapporti e forme di collaborazione con l’area istituzionale: da Fofi a Federfarma ad Assofarm».
Un futuro che è già presente
Proprio Assofarm – che associa le farmacie pubbliche ed imprime rilevanti accelerazioni nell’evoluzione del ruolo delle farmacie di comunità – per voce del suo Segretario generale, Francesco Schito, spiega a TrendSanità: «La telefarmacia costituisce un tema su cui abbiamo dibattuto e scritto molto negli ultimi mesi. La tecnologia è ormai matura per consentire consulti medici a distanza ai più elevati standard tecnici, in termini di precisione di analisi e garanzie di sicurezza». Oggi, pertanto, possiamo realisticamente immaginare che uno specialista di livello nazionale possa visitare un paziente dall’altro capo del Paese senza che il secondo debba lasciare la sua città. «C’è di più – prosegue Schito – poiché possiamo immaginare che un medico di una struttura ospedaliera cittadina possa visitare un paziente residente nelle aree più remote della stessa provincia. In entrambi i casi, migliorando l’efficacia complessiva del Servizio Sanitario Nazionale e riducendo i costi di spostamento del cittadino».
Una “filiale” tecnologica della sanità
Un medico di una struttura ospedaliera cittadina potrà visitare un paziente residente nelle aree più remote della stessa provincia
Quindi il Segretario generale di Assofarm affronta a più ampio raggio il tema della telefarmacia, considerandola «una grande opportunità collettiva per i cittadini e la sanità italiana. Ma anche per noi farmacie, che di quest’ultima facciamo parte». Uno scenario, questo, nell’ambito del quale «la farmacia potrebbe giocare, come nessun altro soggetto sanitario, un ruolo di filiale locale dotata di strumentazione tecnica capace di ospitare il paziente durante la seduta di telemedicina. Con locali adeguati e strumentazioni in grado di garantire gli standard di cui parlavo».
Nuove alleanze e vecchie resistenze
La telefarmacia, insomma, è il futuro. Già oggi a portata di mano. «Credo che la telemedicina in farmacia farà davvero fare salto in avanti culturale nelle relazioni tra i vari professionisti. Se sarà tecnicamente più facile – oserei dire più comodo – allora è assai probabile che si stringeranno nuove alleanze operative. E forse cadranno del tutto resistenze e pregiudizi che ancora, seppur in misura minore che in passato, sembrano perdurare nella sanità italiana», è l’auspicio di Schito.