Telemedicina in oculistica, nasce la prima Clinica Virtuale dell’Ausl di Bologna

Il progetto Clinica Virtuale potenzierà le prestazioni oculistiche sul territorio, agevolando l’erogazione dei servizi in prossimità del domicilio dei pazienti, promuovendo e sviluppando la telerefertazione presso l’hub dell’ospedale Maggiore di Bologna
Paolo Bordon

“L’Azienda USL di Bologna fa da apripista nel territorio italiano: la Clinica Virtuale di Bazzano, nel comune di Valsamoggia, è la prima realtà di questo tipo a livello nazionale”. Un ulteriore passo avanti per l’Oculistica grazie allo sviluppo della telemedicina, che rappresenta il futuro della cura e dell’assistenza territoriali su cui l’Azienda investe da tempo. Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda USL di Bologna, individua ulteriori ragioni di soddisfazione nel fatto che questo progettonasce con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Soprattutto, dalla consapevolezza che le criticità messe in luce dalla pandemia, e ben descritte nell’introduzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, riguardano anche l’Oculistica ed è pertanto sempre più urgente sviluppare una medicina territoriale di prossimità”.

Non è casuale, infatti, che l’iniziativa Clinica Virtuale abbia preso il via per centrare tutti gli obiettivi della Missione 6 (Salute) del PNRR, con particolare rimando alla Componente 1 “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”. A questo proposito, il direttore generale dell’Azienda USL di Bologna puntualizza: “Anzi, è proprio la declinazione in chiave oculistica del PNRR. Il progetto di Clinica Virtuale vuole rispondere alla necessità di rendere il percorso di cura dei pazienti, sempre più “a chilometro zero”, smart, accessibile, facilitando l’adesione dei pazienti al follow-up, con un conseguente guadagno in termini di salute del singolo e dell’intera comunità. La nostra Azienda sta gettando le basi di un lungo percorso condiviso con la cittadinanza. Possediamo gli strumenti per affrontare le sfide della nuova sanità territoriale, ma è necessario che ciascuno faccia la propria parte per accompagnare questo importante cambiamento, così da muoverci tutti insieme nella medesima direzione”.

Potenziare le strutture oculistiche presenti sul territorio emiliano

L’iniziativa – realizzata in meno di due anni da un gruppo multidisciplinare di professionisti, coordinato da un board aziendale con focus lo sviluppo della telemedicinaha comportato un investimento aziendale di circa un milione di euro per l’acquisizione di apparecchiature tecnologicamente avanzate e per sofisticati software volti alla trasmissione di dati e immagini. L’obiettivo è potenziare le prestazioni oculistiche sul territorio, sia agevolando l’erogazione dei servizi in prossimità del domicilio dei pazienti sia promuovendo e sviluppando la telerefertazione.

Manlio Nicoletti

Puntualizzano Manlio Nicoletti e Francesca Quagliano, rispettivamente direttore dell’oculistica e dirigente medico oculista dell’Azienda USL di Bologna: “Il progetto relativo alla Clinica Virtuale non è il primo di telemedicina in ambito oculistico; ha infatti seguito un altro relativo all’introduzione della televisita. Entrambi i progetti sono nati nel 2021 con l’obiettivo di rispondere alle necessità sorte durante le prime fasi della pandemia quando, per garantire il distanziamento sociale, numerosi controlli oculistici cominciavano ad essere eseguiti da remoto grazie all’avvio delle prime televisite”. In questo contesto, dunque, l’Oculistica dell’Azienda USL di Bologna ha introdotto le prestazioni ambulatoriali di telemedicina all’interno dei percorsi di cura dei propri pazienti. “Se nelle prime fasi dell’emergenza Covid-19 la telemedicina è stata una necessità per garantire la continuità dell’assistenza – continuano i due professionisti – in seguito tanto gli operatori sanitari quanto i pazienti hanno apprezzato i vantaggi e le opportunità della telemedicina”.

I pazienti possono essere seguiti nei presidi territoriali senza l’esigenza di recarsi periodicamente presso grandi centri hub per avere una risposta clinica di alta qualità

Così, dopo la televisita, divenuta una realtà consolidata presso l’Azienda USL di Bologna, ha preso il via la rete oculistica di telemedicina hub and spoke, che prevede la realizzazione di Cliniche Virtuali – quattro, nel caso specifico – in centri spoke dislocati sul territorio, dotati di tecnologie e strumentazione di fascia alta e di ultima generazione, che permettono di eseguire diagnosi tempestive e precise ed accurati follow-up. In questo modo i pazienti possono essere seguiti nei presidi territoriali senza l’esigenza di recarsi periodicamente presso grandi centri hub per avere una risposta clinica di alta qualità. Gli esami diagnostici, le immagini e i dati raccolti nella Clinica Virtuale vengono valutati e refertati dal medico oculista presente all’interno dell’hub dell’ospedale Maggiore di Bologna, mediante un software dedicato all’elaborazione delle immagini e alla telerefertazione. Poi, tramite la telemedicina e l’innovazione digitale. i medici oculisti del centro hub hanno l’opportunità di seguire il follow-up dei pazienti nelle cliniche virtuali, prossime al domicilio degli assistiti, garantendo una copertura capillare del follow-up e delle prestazioni sull’intero territorio.

Innovazione e telemedicina: riparte da qui l’assistenza territoriale

Francesca Quagliano

“Il progetto Clinica Virtuale – riprendono Nicoletti e Quagliano – si fonda su un modello anglosassone di presa in cura delle patologie oculistiche basato sulla telemedicina, Virtual Clinic, adattato al contesto italiano. La validità di tale modello di presa in cura in termini di appropriatezza, rispetto dei tempi dì attesa ed efficacia clinica è stata descritta in diversi articoli pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche internazionali: da British Journal of Ophthalmology a Eye a Ophthalmology, solo per citarne alcune”. Numeri alla mano, “grazie alla presenza di Cliniche Virtuali sul territorio si riducono del 52% gli accessi non necessari nei centri hub e inoltre vengono rispettati i tempi d’attesa per il trattamento delle principali patologie oculari. Per esempio, nei pazienti con maculopatia legata all’età essudativa, il trattamento viene eseguito entro 30 giorni”, puntualizzano il direttore dell’oculistica e dirigente medico oculista dell’Azienda USL di Bologna.

Telemedicina in oculistica e innovazione digitale divengono così strumenti grazie ai quali è possibile garantire ai cittadini i benefici derivanti da una tangibile continuità assistenziale territoriale che rende la presa in carico completa, anche in ragione dell’uso di una cartella ambulatoriale elettronica condivisa.

Gli esami al momento eseguibili presso la prima Clinica Virtuale dell’Azienda USL di Bologna sono l’OCT (tomografia ottica a radiazione coerente) e l’ANGIO-OCT (esame oculare non invasivo volto alla diagnosi e al monitoraggio di anomalie della vascolarizzazione retinica). Ancora, il campo visivo computerizzato (esame funzionale che consente di valutare alterazioni del campo visivo, di origine oculistica oppure neurologica), la retinografia (che permette di documentare la presenza di malattie inerenti la retina e la macula), la retinografia Ultra-Wide Field (esame di particolare supporto per diagnosticare, analizzare, documentare nonché monitorare patologie oculari che possono prendere il via proprio nella periferia retinica) e la tonometria (tecnica diagnostica mirata a verificare la pressione interna dell’occhio).

Percorso di cura più agevole e smart: tutti i vantaggi per i pazienti

Finora i pazienti eseguivano le prestazioni di follow-up all’interno degli ambulatori oculistici di II livello dell’Ospedale Maggiore, presidio che dispone di tutte le tecnologie per la corretta valutazione dei vari parametri e di tutte le professionalità mediche e tecniche assistenziali necessarie. Ciò determinava un numero elevato di accessi nel centro hub ospedaliero con un conseguente disagio per i pazienti residenti in sedi periferiche, motivo per cui la distanza rappresentava un’ulteriore difficoltà nell’adesione al follow-up (con particolare riferimento al lungo periodo).

Da oggi invece, rimarcano Nicoletti e Quagliano, “tramite la telemedicina e l’innovazione digitale i medici oculisti del centro hub possono seguire il follow-up dei pazienti nelle cliniche virtuali, prossime al domicilio degli assistiti, garantendo una continuità assistenziale tra ospedale e territorio che rende la presa in carico completa. Il vantaggio per i pazienti è duplice: possono trovare una risposta di qualità ai bisogni di salute vicino a casa e, al contempo, essere seguiti con continuità dai professionisti del centro hub”.

I principali vantaggi sono riscontrati da coloro che vivono in periferia oppure da pazienti con disabilità e fragilità che trovano più difficoltà nel raggiungimento del centro hub

Nel dettaglio, i principali vantaggi sono riscontrati da coloro che vivono in periferia oppure da pazienti con disabilità e fragilità che trovano più difficoltà nel raggiungimento del centro hub (che in Azienda USL a Bologna, appunto, ha sede all’Ospedale Maggiore).

Riprendendo i numeri, per rendersi conto della portata della telerefertazione basti pensare che l’Azienda ogni anno eroga complessivamente circa 156.000 prestazioni oculistiche ambulatoriali, prendendo in carico 120mila pazienti oculistici, e vengono eseguiti circa 23mila esami strumentali all’anno (tra OCT, campi visivi computerizzati e fotografia del fundus/retinografie) per un totale di 20.900 pazienti ogni anno.

Si stima che circa il 67% di queste prestazioni (e di questi pazienti) possa essere potenzialmente seguito presso le nuove Cliniche Virtuali dell’Azienda USL di Bologna. In particolare, nel Distretto di Reno Lavino Samoggia (comuni: Casalecchio di Reno, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia, Zola Predosa) potranno essere eseguiti il 12% degli esami di follow-up. Di fatto, dando seguito al DM 77/2022 (“Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”), diviene realtà il nuovo modello di sanità che punta a rendere il territorio il luogo per la diagnosi e cura delle patologie oculari, usufruendo della telemedicina.

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Massimo Canorro
Giornalista specializzato in salute e sanità