Trentino: telemedicina e AI, il digitale per il territorio

Convalidare nuove modalità con cui si organizza la sanità per offrire agli assistiti servizi innovativi e contribuire allo sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche anche grazie a strumenti di AI a supporto degli operatori sanitari nella pratica clinica

Le nuove tecnologie e il digitale costituiscono delle leve imprescindibili per dare impulso a un sistema sanitario che, oggi più che mai, necessita di dotarsi di nuovi modelli organizzativi e di professionalità che sposino l’innovazione. In quest’ottica si inserisce il progetto “Sanità digitale e intelligenza artificiale: strumenti per avvicinare il Servizio sanitario ai cittadini e per lo sviluppo del sistema provinciale”, finanziato nel dicembre 2022 dalla Giunta provinciale di Trento con circa 817 mila euro; avviato lo scorso gennaio, ha una durata di 24 mesi e si colloca nella più ampia strategia provinciale di riorganizzazione dell’assistenza sanitaria. Un’iniziativa, questa, la cui messa in campo è del tutto coerente con i principi e gli interventi del PNRR, e in attuazione del DM 77 che prevede l’implementazione di nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria territoriale nel Servizio sanitario nazionale, sempre più vicini alle persone anche mediante l’uso delle tecnologie innovative per la salute.

“Sicuramente la telemedicina e l’intelligenza artificiale possono trovare applicazione ed essere di grande supporto sia nelle attività cliniche – penso ad esempio alle potenzialità nell’assistenza territoriale e nell’erogazione di prestazioni e cure domiciliari – sia in quelle del “governo” e della programmazione, dove una puntuale gestione dei flussi dei dati con le nuove tecnologie può restituire al Servizio sanitario provinciale una serie di informazioni utili e strategiche per gestire i vari servizi e le risorse in modo efficace ed efficiente”, commenta Stefania Segnana, l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia della Provincia autonoma di Trento. Sulla stessa linea Achille Spinelli, l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, convinto che “l’intelligenza artificiale, quale tecnologia abilitante con applicazioni trasversali ai differenti settori strategici territoriali, permetterà di compiere rilevanti passi in avanti anche nello sviluppo di servizi innovativi per la salute, assicurando una sempre maggiore efficienza, accuratezza e funzionalità del sistema sanitario provinciale, in raccordo con il mondo della ricerca e dell’innovazione”.

Ricerca e innovazione in sanità: qual è il perimetro del progetto

Stefano Forti

L’iniziativa “Sanità digitale e Intelligenza Artificiale” ha una finalità che è propria del sistema sanitario trentino. “Nel dettaglio, prevede il coinvolgimento della componente sanitaria e della ricerca tecnologica nel campo dell’AI. Parliamo di un progetto di sistema, che in Trentino avviene attraverso il contro di competenza che è TrentinoSalute4.0, capace di mettere insieme per questo tipo di progettualità l’assessorato provinciale alla Salute (che ha voluto e finanziato il progetto), l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e la Fondazione Bruno Kessler”. Così Stefano Forti, direttore del Centro Digital Health and WellBeing della Fondazione Bruno Kessler (ente di ricerca della Provincia autonoma di Trento che opera nel campo scientifico tecnologico e delle scienze umane, la cui attività di ricerca ha trovato riconoscimento anche nella programmazione del PNRR nazionale).

Il percorso intrapreso viaggia su due binari: la ricerca scientifica e la validazione di nuovi modelli organizzativi supportati dalle tecnologie

L’esperto illustra il duplice obiettivo prefissato: “Convalidare nuove modalità con cui si organizza la sanità per assicurare agli assistiti servizi innovativi e contribuire all’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche anche grazie a strumenti di intelligenza artificiale a sostegno degli operatori sanitari nella pratica clinica”. Il percorso intrapreso, dunque, viaggia su due binari paralleli: la ricerca scientifica (mirando a soluzioni sempre più innovative) e la validazione di nuovi modelli organizzativi supportati dalle tecnologie. Proprio sul tema della ricerca interviene Andrea Simoni, segretario generale della Fondazione Bruno Kessler: “Quando si parla di sanità digitale, intelligenza artificiale e strumenti per avvicinare il Servizio sanitario al cittadino, la ricerca assume un ruolo preponderante. Tanto più se è vicina ai medici e alle loro necessità e se coinvolge i cittadini affinché diventino loro stessi innovatori e sperimentatori delle evoluzioni”.

Sanità digitale e Intelligenza Artificiale: gli ambiti clinici del progetto

Cura e monitoraggio da remoto di pazienti cardiopatici cronici (cardiologia); screening per la diagnosi precoce delle problematiche dell’occhio nel contesto oculistico (oculistica e Pediatri di libera scelta); valutazione del percorso di screening di retinopatia supportato da tecnologie all’avanguardia ed AI (oculistica e diabetologia); prevenzione per favorire l’adozione di corretti stili di vita, e il loro benessere fisico e psicologico delle donne in gravidanza e delle loro famiglie (primi mille giorni di vita). Sono gli ambiti di sperimentazione specialistica coinvolti nel progetto “Sanità digitale e Intelligenza Artificiale”. A spiegarli nel dettaglio è ancora Forti. “In merito alla prima area di intervento, ci preme approfondire la modalità mediante cui validare un modello organizzativo per la gestione remota del paziente con insufficienza cardiaca, fondato sull’uso di device digitali. Parliamo di un’applicazione matura, che si propone di utilizzare dati provenienti da diverse fonti – dalle cartelle cliniche agli stessi dispositivi – per costruire e validare algoritmi predittivi capaci di stimare il rischio per un paziente cardiologico di sviluppare complicanze in un arco temporale definito”.

In rimando al secondo modulo di cura e diagnostica, la tipologia di servizio abbraccia la valutazione di un nuovo modello organizzativo basato sulla teleconsulenza medico-sanitaria in area pediatrica per la diagnosi precoce di patologie visive (infrared reflex e screening per strabismo/ambliopia attraverso l’utilizzo di videorefrattometri a infrarosso). “In questo caso – riprende il direttore del Centro Digital Health and WellBeing della Fondazione Bruno Kessler – ci riferiamo alla realizzazione e al training di un algoritmo di intelligenza artificiale che possa identificare in maniera precoce l’insorgenza o il rischio di sviluppo di opacità del segmento anteriore dell’occhio nei lattanti mediante l’uso di dati anamnestici e di video-refrattometria raccolti dai pediatri al bilancio di salute del 1°, 3° e 6° mese. Nello specifico non c’è l’elemento diagnostico bensì quello predittivo, che anticipa l’insorgere di eventuali problematiche”.

Il terzo ambito clinico riguarda l’oculistica e la diabetologia. Qui il servizio prevede la valutazione del percorso di screening di retinopatia supportato da tecnologie all’avanguardia ed intelligenza artificiale (la strumentazione tecnologicamente avanzata andrà a supporto dell’azienda sanitaria nell’attuazione di un modello mirato ad incrementare l’aderenza al Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dei pazienti diabetici. Le immagini acquisite con strumentazione avanzata nel contesto di questo progetto verranno esaminate da sistemi di AI con l’intento al di valutare se un loro possibile uso nella procedura di routine può determinare un miglioramento nella sostenibilità del processo di screening e nel percorso di diagnosi e presa in carico di pazienti con retinopatia diabetica. In relazione alla ricerca, qui il rimando è alla predizione (rischio retinopatia in pazienti con diabete di Tipo 2), attraverso – come riporta la scheda di presentazione – “la realizzazione e il training di un algoritmo predittivo di intelligenza artificiale in grado di predire la traiettoria di salute di pazienti affetti da diabete di tipo II in Trentino”. E ancora, “l’utilizzo di dati retrospettivi e delle immagini acquisite tramite i retinografi presenti sul territorio”.

Quindi Forti sviscera il quarto ambito clinico del progetto. Nel dettaglio, la ricerca rimanda a due tipologie di approccio: intervento interattivo su benessere e stili di vita nella gravidanza fisiologica (“si prevede la realizzazione di assistenti virtuali che eroghino percorsi educativi, per promuovere e agevolare corretti stili di vita a beneficio del benessere della donna nel corso della gravidanza nonché percorsi psico-educativi in ottica di prevenzione, per potenziare, anche mediante interventi cognitivo comportamentali applicati in questo ambito, il benessere mentale e promuovere la gestione di stress, ansia, depressione, volti a prevenire l’insorgenza di complicanze, come la depressione post-partum”) e intervento interattivo su benessere e stili di vita nei primi due anni di vita del bambino (“si intende sviluppare un chatbot, un assistente virtuale che attraverso una app possa seguire e supportare la donna e la famiglia per favorire l’adozione di corretti stili di vita da parte del bambino nel secondo anno di vita – ad esempio, nella corretta alimentazione –, fornendo sia un set di informazioni in modo più puntuale e continuo sia strumenti di empowerment di educazione alla salute. Anche per evitare diagnosi fai-da-te consultando la Rete”).

Intendiamo acquisire elementi che consentano a chi si occupa di organizzazione sanitaria di capire se le informazioni apprese costituiscono un embrione di servizio da mettere in campo nel prossimo futuro

Quali sono, in concreto, gli obiettivi che il progetto – la cui conclusione è in agenda nel dicembre 2024 – si prefigge? Il direttore del Centro Digital Health and WellBeing della Fondazione Bruno Kessler non nutre dubbi sul fatto che “il tempo a disposizione è congruo per consentirci di raccogliere una serie di dati che, da un lato, conducano a risultati pubblicabili su riviste scientifiche; dall’altro, di acquisire quegli elementi che consentano a medici, infermieri, ricercatori e tecnologi – ma soprattutto a chi si occupa di organizzazione sanitaria – di capire se le informazioni apprese costituiscono un embrione di servizio da mettere in campo nel prossimo futuro”.

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Massimo Canorro
Giornalista specializzato in salute e sanità