La vaccinazione non è soltanto una strategia per ridurre il rischio di malattie infettive: è sempre più riconosciuta come una forma di prevenzione cardiovascolare. Negli ultimi anni, evidenze scientifiche sempre più solide hanno mostrato come infezioni respiratorie e altre malattie infettive possano influire direttamente sulla salute del cuore e dei vasi sanguigni, aumentando il rischio di eventi cardiovascolari gravi. Questo apre una prospettiva nuova per le politiche sanitarie italiane ed europee: integrare la vaccinazione nei percorsi di prevenzione cardiovascolare.
Su questi temi si è concentrato Marco Del Riccio, medico chirurgo specialista in Igiene e Medicina Preventiva, Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Firenze, intervistato da TrendSanità a margine del workshop europeo “Active Citizens in Europe Advocate for (adult) Vaccination”, tenutosi il 2 ottobre 2025 nell’ambito del progetto VaccinAction2025 e organizzato da Cittadinanzattiva-Active Citizenship Network.
Le infezioni aumentano il rischio cardiovascolare, aprendo una nuova prospettiva per le politiche sanitarie: integrare la vaccinazione nei percorsi di prevenzione del cuore
L’evento ha riunito rappresentanti di associazioni civiche e di pazienti, professionisti sanitari, accademici ed esperti di advocacy per discutere il ruolo delle strategie vaccinali nella gestione delle patologie croniche — in particolare quelle cardiovascolari — e per promuovere azioni di sensibilizzazione presso i decisori politici al fine di riconoscere la vaccinazione come pilastro della prevenzione sanitaria.
Il legame tra malattie infettive e salute cardiovascolare

“Riguardo alle evidenze, è interessante vedere come ormai si accumulino in senso bidirezionale rispetto alla relazione tra malattie cardiovascolari e prevenzione di malattie infettive” [Ecarnot et al, 2025], afferma il dottor Del Riccio.
Questa relazione non è intuitiva: “Ci si chiede a volte perché la prevenzione di malattie infettive dovrebbe essere importante per la prevenzione di malattie cardiovascolari. È importante soffermarsi su questo punto, perché spesso non è scontato.”
Il meccanismo è duplice. Da un lato ci sono effetti diretti: alcune infezioni possono danneggiare direttamente la parete dei vasi sanguigni. Dall’altro, esistono meccanismi indiretti, come l’infiammazione sistemica e lo stress metabolico indotti da malattie respiratorie. “Pensiamo all’influenza o all’herpes zoster, malattie che possono avere un impatto significativo sul nostro sistema cardiovascolare”, spiega.
Le infezioni possono danneggiare i vasi sanguigni sia direttamente sia attraverso infiammazione sistemica
Un’infezione può costringere l’organismo a un grande dispendio energetico e mettere sotto pressione il sistema cardiovascolare. “Se immaginiamo una persona di 70 anni con uno scompenso cardiaco, le evidenze ci dicono che, nelle prime settimane dopo un’influenza, il rischio di infarto acuto del miocardio risulta aumentato fino a circa 6 volte [Kwong et al, 2018]. Nel caso dell’herpes zoster, il rischio di ictus aumenta soprattutto nelle prime settimane (dall’esordio dell’eruzione, con picco iniziale), per poi ridursi nel tempo [Langan et al, 2014].”
Questi dati mettono in evidenza un concetto chiave: prevenire le infezioni significa anche proteggere il cuore.
Le evidenze scientifiche: vaccini come protezione cardiovascolare
Un concetto innovativo, che apre la strada a una maggiore integrazione delle vaccinazioni nei programmi di prevenzione
L’ipotesi che prevenire le malattie infettive riduca anche il rischio cardiovascolare non è solo teorica. “Esistono forti evidenze sul fatto che vaccinazioni come quella contro l’herpes zoster diminuiscano il rischio di ictus e altri eventi cardiovascolari maggiori”, conferma l’esperto. Lo stesso vale per la vaccinazione anti-influenzale, che oltre a ridurre il rischio di ospedalizzazione e mortalità per influenza, mostra effetti positivi anche su eventi cardiovascolari: “I dati confermano che la vaccinazione anti-influenzale è molto utile, per prevenire ospedalizzazioni da altre cause cardiovascolari. Questo è un importante risultato [Ecarnot et al, 2025].”

Questa evidenza ha portato la Società Europea di Cardiologia (European Society of Cardiology – ESC) a pubblicare un Consensus statement ufficiale: “Vaccinazione come nuova forma di prevenzione cardiovascolare”.
“Un concetto innovativo, che apre la strada a una maggiore integrazione delle vaccinazioni nei programmi di prevenzione, come di recente abbiamo ribadito rispondendo alla consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea sul Piano dell’UE per la salute cardiovascolare”, commenta Mariano Votta, Responsabile delle politiche europee di Cittadinanzattiva.
Target e strategie vaccinali
Il ruolo delle vaccinazioni è centrale, ma la scelta dei target non è banale. “La discussione è sempre sui target: dovrebbero essere scelti per età o per categoria? La scelta dipende dal contesto e dagli obiettivi di sanità pubblica, ma gli approcci che combinano criteri anagrafici e di rischio sono quelli più efficaci”, osserva Del Riccio. È necessario considerare entrambi i fattori.
“L’età è un fattore anagrafico molto utile dal punto di vista organizzativo per individuare una popolazione target, ma ha un valore biologico e clinico limitato. Per questo motivo, la sola età non è sufficiente a definire le priorità vaccinali: è necessario includere anche i gruppi a rischio, indipendentemente dall’età anagrafica, come le persone affette da patologie croniche cardiovascolari, respiratorie o oncologiche.”
La sola età non è sufficiente a definire le priorità vaccinali: è necessario includere anche i gruppi a rischio
Questi gruppi traggono un beneficio significativo dalla vaccinazione, non solo perché riducono il rischio di infezioni, ma anche perché possono evitare ritardi nelle cure per le loro patologie. “Un malato oncologico che contrae un’infezione può vedere posticipati i trattamenti, con conseguenze significative.”
Italia ed Europa: gap nelle coperture vaccinali
Parlare di modelli organizzativi senza dati significa muoversi in un labirinto. Non si può intervenire su ciò che non si conosce: per questo il primo passo è sempre misurare, comprendere il problema e solo dopo cercare le soluzioni più efficaci. Sottolinea Del Riccio: “È l’approccio che stiamo adottando anche all’interno dell’Adult Immunization Board: definire priorità e indicatori, sintetizzare le evidenze e promuovere standard condivisi per aiutare i decisori a misurare meglio e ad agire in modo più efficace.”
La vaccinazione è uno strumento trasversale a tutte le discipline e dovrebbe far parte dei percorsi integrati di prevenzione, terapia, assistenza e riabilitazione
Un esempio utile è quello della vaccinazione antinfluenzale: si tratta di una pratica consolidata e raccomandata da anni, con livelli di monitoraggio abbastanza uniformi in tutta l’Unione europea, seppure con differenze tra Paesi. Tuttavia, i dati dell’ECDC mostrano che quasi nessuno Stato europeo raggiunge il target fissato dall’OMS — pari alla vaccinazione di tre persone su quattro tra gli over 60 o over 65 — segno che, anche nei programmi più strutturati, resta ancora molto da fare per colmare i gap di copertura.
Durante la stagione influenzale 2021, in piena pandemia da Covid-19, si è registrato in Europa un incremento delle coperture vaccinali. La crescita era legata al timore di una doppia infezione e alla volontà di evitare il sovraccarico degli ospedali. Si è trattato però di un fenomeno eccezionale: nei mesi successivi i livelli di copertura sono tornati ai valori pre-pandemici [Del Riccio et al, 2025].
Prospettive per ricerca e policy
Secondo Del Riccio, il miglioramento dell’implementazione delle strategie vaccinali esistenti è un passaggio cruciale: “Abbiamo prodotti che funzionano, seppur con delle limitazioni che però sono piuttosto note; abbiamo popolazioni a rischio identificate, ma la parte di implementazione è carente. Trovare strategie di migliore implementazione delle conoscenze e degli strumenti già disponibili rappresenta un passaggio fondamentale per rendere più efficienti i modelli organizzativi e gli interventi di salute pubblica. Serve una collaborazione trasversale che coinvolga professionisti, media, cittadini e pazienti: senza un clima di fiducia reciproca, sarà difficile raggiungere risultati concreti.”
Solo una collaborazione tra professionisti, media, cittadini e pazienti può generare fiducia e risultati concreti
L’implementazione non riguarda solo la sanità territoriale, e la percezione del rischio influenza anche i professionisti sanitari: non è questione di scarsa conoscenza, ma di immersione nella routine quotidiana, che porta a dare priorità alla propria area di competenza. “Per questo è importante trasmettere che la prevenzione delle malattie infettive attraverso la vaccinazione è uno strumento trasversale, che dovrebbe essere integrato in tutti i percorsi di cura, assistenza e riabilitazione.”
Vaccinazione come prevenzione integrata
Il legame tra prevenzione delle malattie infettive e salute cardiovascolare è ormai consolidato. Vaccinazioni mirate, monitoraggio delle coperture, strategie organizzative innovative e uso della sanità digitale possono trasformare il modo in cui affrontiamo la prevenzione.
“La vaccinazione è uno strumento trasversale a tutte le discipline e dovrebbe far parte dei percorsi integrati di prevenzione, terapia, assistenza e riabilitazione”, conclude Marco Del Riccio.
Il messaggio è chiaro: integrare la vaccinazione nei percorsi di cura e prevenzione cardiovascolare è una priorità non solo per la salute individuale, ma anche per ridurre il peso delle malattie croniche sui sistemi sanitari in Italia e in Europa — un obiettivo condiviso anche a livello europeo dal progetto VaccinAction2025, di cui il workshop del 2 ottobre ha rappresentato un momento di confronto e collaborazione tra operatori sanitari, comunità scientifica e cittadini attivi.
Bibliografia
- Del Riccio M, Guida A, Boudewijns B, et al. A Missed Opportunity? Exploring Changes in Influenza Vaccination Coverage During the COVID-19 Pandemic: Data From 12 Countries Worldwide. Influenza Other Respir Viruses. 2025;19(1):e70057
- Ecarnot F, Amuthavalli Thiyagarajan J, Barbagallo M, et al. Infectious diseases, cardio-cerebrovascular health and vaccines: pathways to prevention. Aging Clin Exp Res. 2025;37(1):80
- Heidecker B, Libby P, Vassiliou VS, et al. Vaccination as a new form of cardiovascular prevention: a European Society of Cardiology clinical consensus statement. Eur Heart J. 2025;46(36):3518-3531
- Kwong JC, Schwartz KL, Campitelli MA, et al. Acute Myocardial Infarction after Laboratory-Confirmed Influenza Infection. N Engl J Med. 2018;378(4):345-353
- Langan SM, Minassian C, Smeeth L, Thomas SL. Risk of stroke following herpes zoster: a self-controlled case-series study. Clin Infect Dis. 2014;58(11):1497-1503