Arte, cultura e salute mentale dei giovani

Per raccogliere spunti ed esperienze da tutta Europa, la piattaforma di dialogo strutturato della Commissione Europea Voices of Culture ha dato vita a un brainstorming che si è tenuto nell'ottobre 2022 a Bruxelles. Ecco cosa è emerso

Prosegue la collaborazione con il Cultural Welfare Center (CCW) sulla base di un progetto comune di diffusione della conoscenza sul valore delle arti e della cultura per il benessere e la salute

Negli ultimi decenni si è resa sempre più evidente la positiva correlazione che esiste tra attività artistiche e culturali e il benessere delle persone. Il rapporto del 2019 dell’OMS ha sottolineato che le arti potrebbero ricoprire un ruolo chiave nella promozione della buona salute, nella prevenzione, nella gestione e nel trattamento di una serie di condizioni patologiche diverse.

Negli ultimi anni l’attenzione delle Politiche Sociali europee si sta rivolgendo sempre di più alla crescente fragilità della salute mentale, in particolar modo tra la popolazione più giovane. Infatti, con l’avvento della pandemia dovuta alla diffusione del COVID-19 e la conseguente adozione delle necessarie misure preventive tra cui l’isolamento, si è registrato un incremento significativo tra i giovani di disturbi di ansia, depressione, idee suicidarie e tentativi di suicidio. Numerosi progetti artistico-culturali si sono occupati dell’argomento proponendo una risposta importante e innovativa al problema.

Per raccogliere spunti ed esperienze su questo tema da parte della società civile in tutta Europa, la piattaforma di dialogo strutturato della Commissione Europea Voices of Culture ha dato vita a un brainstorming che si è tenuto nell’ottobre 2022 a Bruxelles. A partire dall’incontro sono state elaborate delle raccomandazioni che vedono come centrale la necessità che i diversi ambiti (sociali, clinici, artistici) collaborino tra loro per strutturare interventi completi e più efficaci che tengano conto della globalità della persona e, quindi, dei beneficiari. Un’altra questione fondamentale che viene messa in luce nelle raccomandazioni è quella di coinvolgere i giovani in tutte le fasi della attività dalla progettazione alla realizzazione, per far sì che essi siano protagonisti degli interventi ricoprendo un ruolo attivo.

Un campo di indagine e di sperimentazione emergente

Dalla metà degli anni Novanta, la crescente attività scientifica sull’impatto della cultura e delle arti sulla salute e sul benessere ha dato vita a un patrimonio di conoscenze consistente, e a una pluralità di pratiche, intense anche se spesso intermittenti, sul campo. Negli ultimi due decenni, in particolare, nei settori artistici e culturali si sono moltiplicati progetti, esperienze e sperimentazioni, e numerosi studiosi si sono impegnati nella raccolta e nell’analisi di dati, consapevoli della necessità di costituire un corpus di evidenze sempre più solide.

Il primo studio longitudinale, condotto in Svezia negli anni Novanta, di grande numerosità, aveva rilevato una corrispondenza significativa fra una vita culturale ricca e vivace e un’aspettativa di vita più favorevole. Le evidenti differenze di accesso e intensità nella pratica culturale, legate al reddito, ai livelli di istruzione, alla residenza, hanno ispirato iniziative di vario genere volte a ridurre i divari e a rendere disponibili i benefici della cultura e delle arti anche a coloro che a causa di condizioni economiche e sociali svantaggiate non ne possono solitamente godere.

Il rapporto OMS ha concluso che le arti potrebbero avere un ruolo chiave nella promozione della buona salute, nella prevenzione, nella gestione e nel trattamento di una serie di condizioni patologiche diverse

Dopo molti anni di intensa sperimentazione e di analisi, purtroppo frammentarie e disperse, alla fine nel 2019 l’OMS è intervenuta con autorevolezza. L’Health Evidence Network dell’OMS ha pubblicato la prima scoping review di oltre tremila studi e rapporti di ricerca sugli effetti della partecipazione alle arti dello spettacolo, alle arti visive, alla letteratura e del coinvolgimento nella cultura e nel patrimonio sulla salute e sul benessere delle persone. Alcuni di questi studi descrivono l’effetto di interventi artistici mirati a diverse esigenze cliniche (ad esempio, malattie mentali, disturbi del neurosviluppo e neurologici, malattie non trasmissibili, condizioni acute che richiedono cure ospedaliere e cure di fine vita).

La scoping review ha anche valorizzato l’esistenza di dati che mostrano associazioni a livello di popolazione generale tra il coinvolgimento nelle arti e la riduzione dell’incidenza di malattie (tra cui depressione, malattie croniche e declino legato all’età). Nel complesso, il rapporto ha concluso che le arti potrebbero avere un ruolo chiave nella promozione (ad esempio, con linguaggi adatti a sostenere l’alfabetizzazione alla salute, fin dall’età scolare) della buona salute, nella prevenzione, nella gestione e nel trattamento di una serie di condizioni patologiche diverse.

Il sostegno della salute mentale dei giovani

I progetti di arte e cultura che affrontano con successo lo specifico problema della salute mentale dei giovani sono numerosi, e di norma sono co-progettati da esperti di diversi settori (sociologia, salute, antropologia, cultura, arte), testati e validati in una grande varietà di contesti. Sono molto diversi nelle forme d’arte che adottano e nelle modalità di svolgimento e partecipazione.

Dai teatri ai musei, dalla musica alle arti visive, dal video making alla fotografia, dalla lettura e dalla scrittura alla danza, tutte le arti hanno dimostrato di poter contribuire a:

  • promuovere la salute e il benessere mentale
  • prevenire disturbi e malattie mentali
  • gestire condizioni patologiche
  • trattare i disturbi e delle malattie mentali.

La salute mentale dei giovani, tra nuovi bisogni e vecchie cicatrici

Dal 2020 in poi, il contesto è andato complicandosi e caricandosi di gravi elementi di crisi. I dati europei (e mondiali) fotografano l’esplosione del disagio e della sofferenza dei più giovani. Paure, ansie, disturbi del sonno e nei comportamenti alimentari, autolesionismo, e tendenza al ritiro sociale sono sempre più frequenti. All’intensificarsi di fenomeni come il bullismo e il cyber-bullismo – uno studio dell’Unesco indica che il 33% della popolazione giovanile mondiale ne è vittima, e soprattutto ne sono vittime i giovani con disabilità – si aggiunge quella che viene ormai chiamata la “cicatrice pandemica”. Allo stress post-traumatico che colpisce in larga misura i giovani migranti, si aggiungono le preoccupazioni generate per la crisi ambientale e per la guerra degli adolescenti e perfino dei bambini. 

La risposta dei settori culturali e il Dialogo strutturato

La risposta dei settori culturali europei e dei loro operatori alla richiesta di aiuto di bambini, adolescenti e ragazzi è stata generosa, con una lettura della crisi che vi ha anche scorto un’opportunità. Questo ha portato i soggetti attivi nel settore a riorganizzarsi, e ricollocare le proprie risorse per cercare nuovi modi per contribuire con maggiore efficacia al miglioramento della salute mentale dei giovani.

Oggi il ruolo essenziale e sistemico che la cultura e le arti svolgono nella società comincia ad essere riconosciuto in sedi importanti

Nonostante permanga ancora un difetto di visione da parte di molte istanze della politica e del settore sanitario e sociale, il ruolo essenziale e sistemico che la cultura e le arti svolgono nella nostra società comincia ad essere riconosciuto in sedi importanti. La Commissione Europea, attraverso la sua Direzione Generale Educazione, Cultura, Sport e Giovani, ha chiamato a raccolta a giugno 2022 le organizzazioni dei settori culturali per fare il punto sul loro contributo alla domanda crescente di interventi a protezione della salute mentale dei giovani. Al fine di raccogliere spunti, esperienze e raccomandazioni su questo tema da parte della società civile in tutta Europa, la piattaforma di dialogo strutturato della Commissione europea Voices of Culture ha invitato i partecipanti di 53 organizzazioni selezionate attraverso un bando pubblico, da 23 Paesi, nei settori della cultura, della sanità, dell’istruzione e dei servizi sociali per un brainstorming che si è tenuto nell’ottobre 2022 a Bruxelles. All’incontro hanno fatto seguito due mesi di attività istruttoria, per la stesura di un rapporto con analisi e raccomandazioni per i decisori politici e per le organizzazioni dei settori culturali.

Voices of Culture: l’analisi

Il quadro che ne è emerso è ricco e vivace. I settori culturali sono sensibili alla domanda di aiuto e hanno attinto con grande entusiasmo alle loro risorse di creatività e di inventiva, con una offerta più prossima alla esperienza quotidiana dei giovani di quella più formale delle istituzioni sanitarie. Tuttavia, la frammentazione delle organizzazioni, la mancanza di orientamenti strategici condivisi, la tendenza delle iniziative a rimanere su piccola scala e locali, fragili nella continuità delle risorse, e ancora non sufficientemente capaci di definire, acquisire e condividere le necessarie capacità e competenze limitano ancora fortemente la portata del loro contributo alla salute mentale dei più giovani.

I programmi artistici per i giovani rispondono bene soprattutto nelle aree della promozione della salute mentale e della prevenzione

Dal punto di vista accademico, il ruolo delle arti per la salute mentale è ancora poco indagato, poiché esistono pochissimi studi con ampie coorti di partecipanti. I lavori che indagano gli effetti psicologici delle arti sui giovani sono ancora meno numerosi. Per contro, esistono invece molti casi di studio di piccoli gruppi che registrano l’esperienza dei giovani partecipanti attraverso una ricerca empirica e qualitativa, spesso in forma aneddotica, attraverso questionari, interviste o focus group e che confermano in modo inequivocabile l’impatto positivo delle arti sui giovani.

Con riferimento alla quadripartizione delle aree principali di impatto della cultura sulla salute e il benessere proposta dal Rapporto OMS, i programmi artistici per i giovani rispondono bene soprattutto nelle aree della promozione della salute mentale e della prevenzione. La loro capacità emergente è infatti quella di fornire elementi di alfabetizzazione, per costruire la resilienza, per sostenere i processi di capacitazione, favorire la ricerca di senso e ricostruire legami di socialità deboli o interrotti.

Le arti possono contribuire a evitare che una crisi diventi incontrollabile. L’offerta di attività artistiche, proposta sistematicamente come intervento precoce, può contribuire a contrastare e disinnescare lo stigma legato ai disturbi mentali. La cultura e le arti possono essere decisive nel processo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui problemi di salute mentale, a contribuire alla loro accettazione, e a de-stigmatizzarli.

Un aspetto strategico, affrontato a più riprese nell’ambito del processo che Voices of Culture ha dedicato al contributo dei settori culturali alla salute mentale dei giovani, è la complessità delle relazioni intersettoriali che devono essere attivate e potenziate per accrescere l’impatto desiderato.

Questi fattori e le loro complesse relazioni sono stati analizzati per comprendere anche i gradi di influenza tra gli stakeholder, in base alla loro vicinanza istituzionale e ai diversi tipi di sostegno ai giovani che essi offrono e che potrebbero offrire. La mappa nella fig.1 restituisce una rappresentazione della collaborazione intersettoriale e suggerisce come le relazioni strutturali potrebbero essere re-immaginate.

Fig. 1 – dal Brainstorming Report VoC 2022

Il diagramma dispone gli stakeholder in base ai loro diversi gradi di potere di intervento e di impatto e di interesse. Nella rappresentazione, a giovani, professionisti della salute, istituzioni culturali e artisti viene attribuito un livello elevato di interesse, ma un potere di intervento ancora basso.

Tuttavia, i settori culturali hanno dimostrato di saper applicare le loro competenze per generare impatti strategici: coinvolgere il pubblico, stimolare l’immaginazione e la riflessione, costruire identità e comunità, creare spazi sicuri entro i quali sia possibile affrontare problemi delicati e a volte imbarazzanti, e altro ancora.

La fig.2. propone una rappresentazione schematica, secondo una prospettiva ecosistemica, dell’integrazione della salute mentale in tutte le politiche e della cooperazione multisettoriale, per mobilitare a più livelli istituzionali le risorse di conoscenza e di pratica dei settori della cultura e della creatività, a sostegno della salute mentale dei giovani.

Fig. 2 – dal Brainstorming Report VoC 2022

Qualsiasi quadro innovativo per l’integrazione della cultura e della creatività tra i settori e le dimensioni del benessere e dimensioni del benessere dovrà naturalmente organizzare gli stakeholder in base alle loro sfere di influenza: locale, regionale, globale. Gli stakeholder locali sono coloro che hanno un contatto diretto con il gruppo target, tra cui assistenti, amici, operatori sanitari, insegnanti. Le organizzazioni che influenzano la definizione delle politiche e la distribuzione delle risorse operano a livello regionale, ed è qui che possono essere promosse alleanze tra i settori culturali, sanitari e sociali.

Infine, nell’anello più esterno dell’ecosistema si trovano le reti globali di istituzioni che agiscono per promuovere un cambiamento più profondo, esteso e coerente. Il diagramma tiene anche conto del fatto che alcuni attori sono trasversali alle sfere di influenza, come ad esempio la comunicazione e i social media, il mercato ecc. Queste influenze tra le sfere possono opporre barriere alla collaborazione quanto invece rappresentare opportunità di partnership collaborative.

Le raccomandazioni

Tra i numerosi suggerimenti e raccomandazioni politiche formulate nel Rapporto di Voices of Culture, i seguenti argomenti meritano attenzione per le loro potenzialità strategiche e operative.

È necessario uno sforzo concertato da parte dei settori culturale, sanitario e sociale per accrescere la consapevolezza del ruolo delle arti sulla salute mentale dei giovani e usare pienamente questa risorsa

  1. È necessario uno sforzo concertato da parte dei settori culturale, sanitario e sociale per accrescere la consapevolezza del ruolo delle arti sulla salute mentale dei giovani e usare pienamente questa risorsa.
  2. L’accesso alla cultura e alla partecipazione creativa deve essere reso facile e inclusivo, per raggiungere e coinvolgere i giovani appartenenti a gruppi svantaggiati.
  3. Gli scambi internazionali di esperienze e conoscenze sono di grande utilità per stabilire una solida base circa il ruolo della cultura e delle arti nella promozione e nella difesa della salute mentale dei giovani.
  4. Nella progettazione dei programmi, delle azioni e delle politiche, la valutazione deve essere vista come un processo pienamente integrato nel progetto, dall’inizio alla fine, e richiede un approccio multidisciplinare, che integri una varietà di prospettive.
  5. La pratica della prescrizione sociale come intervento di assistenza primaria potrebbe aiutare a integrare le arti nelle politiche pubbliche per la salute e per la salute mentale in modo specifico.
  6. Gli interventi rivolti ai giovani dovrebbero coinvolgere i beneficiari in ogni fase, dalla progettazione all’attuazione.

Le prospettive

A confermare la correttezza degli indirizzi proposti dal Rapporto conclusivo di Voices of Culture arriva un autorevole articolo pubblicato sul numero di febbraio 2023 di Lancet Public Health. Dow, Warran, Letrondo, e Fancourt, tutte ricercatrici dell’University College of London, hanno esaminato circa 200 esempi di iniziative politiche per l’arte e la salute, maturate nell’ambito di diverse aree governative, come sanità, arte, amministrazioni locali, e di formazioni intersettoriali e trasversali. La loro analisi mostra come, sebbene permanga una visione ancora molto generica del rapporto tra impegno artistico e miglioramento della salute, alcuni decisori hanno cominciato a investire in applicazioni mirate delle arti, per affrontare problemi specifici di salute pubblica. Le esperienze più promettenti e concrete si realizzano quando i settori (ministeri, agenzie, istituzioni, ecc.) della salute e quelli dell’arte e della cultura lavorano insieme allo sviluppo delle politiche.

Riconoscendo che la salute mentale è una sfida importante per la società dell’UE, la Commissione europea ha avviato i lavori per progettare un approccio globale alla salute mentale. Inserito nel Programma di lavoro della Commissione per il 2023, tra le principali priorità dell’esecutivo per quest’anno, il documento sarà redatto entro il primo semestre.

In vista della preparazione di tale documento, la Commissione ha appena lanciato una consultazione pubblica, che si è chiusa il 15 febbraio, volta a raccogliere elementi utili. In particolare, questa iniziativa intende definire:

  1. come l’azione a livello dell’UE possa contribuire a promuovere una buona salute mentale e a prevenire, mitigare e rispondere alle sfide della salute mentale;
  2. in che modo le considerazioni sulla salute mentale dovrebbero essere prese in considerazione in un’ampia gamma di politiche nazionali e dell’UE a beneficio delle persone che vivono nell’Unione.

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Martina Caroleo
Assistente sociale, consulente Ufficio Minori Stranieri non Accompagnati, DG Immigrazione, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Collabora con l'area ricerca di CCW - Cultural Welfare Center