Contrasto al gioco d’azzardo e tecnica di “spinta gentile”: ferma alla Camera la proposta di legge

Il gioco d’azzardo lecito può indurre una dipendenza da cui è possibile uscire anche grazie alle tecniche di “spinta gentile”. In Italia il Partito Democratico ha proposto una legge che va in questa direzione

Il disturbo da gioco d’azzardo è una forma di dipendenza che in Italia colpisce moltissime persone e che provoca danni non indifferenti, non solo a livello sanitario, per il disagio psicofisico nei giocatori, ma anche sociale, come la disgregazione della famiglia, la dispersione scolastica e la riduzione dell’efficienza lavorativa.

Secondo il Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli il volume di denaro giocato in Italia nel 2021 è aumentato del 21%, attestandosi sul valore di 111,17 miliardi di euro, facendo segnare un nuovo record storico. Il dato del 2020 era stato profondamente influenzato dalla pandemia e dalle chiusure al gioco per limitare la diffusione del Covid-19: nell’arco di appena 12 mesi, si è tornati ai livelli pre-pandemici (110 i miliardi di euro giocati nel corso del 2019) ma con una diversa ripartizione fra gioco fisico e gioco online.

Ci sono stati nel tempo diversi interventi legislativi, come la Legge 189 del 2012, che hanno introdotto l’obbligo di riportare sulle schedine e sui tagliandi dei giochi, sugli apparecchi di gioco, nelle aree e nelle sale con videoterminali e nei siti internet l’avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica del gioco d’azzardo.

Stefano Vaccari

Nel 2019 è stato poi istituito il Registro Unico delle Autoesclusioni (RUA) per la gestione delle richieste di autoesclusione dal gioco a distanza che possono essere avanzate dal giocatore per un periodo prefissato (30, 60 o 90 giorni) oppure a tempo indeterminato. Tale registro rappresenta un’efficace misura di contenimento delle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito, ma poggia sulla forza di volontà del singolo di sottrarsi alla dipendenza patologica.

Nel 2022 il Partito Democratico (PD) ha presentato una proposta di legge per istituire un fondo per finanziare specifici interventi volti a favorire l’accesso ai meccanismi di autoesclusione dei giocatori, in particolare dal gioco da remoto, e a contrastare la dipendenza. La spiega a TrendSanità Stefano Vaccari, Segretario di Presidenza della Camera dei deputati e capogruppo del PD in Commissione Agricoltura, presidente del X Comitato sulle infiltrazioni mafiose nel gioco legale e illegale e già membro della Commissione Parlamentare Antimafia.

Perché una proposta di legge per il contrasto delle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito?

Per anni si è creduto (erroneamente) che se lo Stato avesse gestito direttamente il comparto dei giochi si sarebbero, ad esempio, debellati tutti quei fenomeni degenerativi che l’azzardo produce, a tutto beneficio delle casse erariali. In realtà, non è così per 4 motivi:

1) il mercato dell’illegale prospera su di un binario parallelo difficilmente quantificabile

2) all’esito di molteplici indagini realizzate dagli inquirenti, è stato accertato che maggiore è l’offerta anche del gioco lecito e più semplice è per le consorterie malavitose fare affari

3) i numeri dei malati da patologia da gioco in carico ai servizi sociali e sanitari non rendono purtroppo l’idea della disperazione che la dipendenza produce

4) per contrastare la degenerazione che il gioco produce, occorre una quantità di denaro enorme che i Governi che si sono succeduti non hanno inteso quantificare: prevenzione, cura della malattia da gioco (Gap) e contrasto all’illegalità hanno un costo altissimo che tutti i cittadini, attraverso la fiscalità generale, sono chiamati indirettamente a corrispondere e che andrebbero “scomputati” dai soldi che vengono inseriti a bilancio, classificati come proventi dei giochi.

In Italia, più che altrove, abbiamo un’offerta smisurata di giochi e scommesse

Quello dei giochi e delle scommesse è un mercato che non conosce crisi. Nell’arco temporale 2011-2021 il volume di denari veicolati nei vari canali di gioco è stato di 1,03 trilioni di euro ed è destinato a crescere ancora e, nei confronti di troppe persone, produce una povertà indotta. Ciò è purtroppo riconducibile alle azioni di una politica che, nel corso degli anni, si è curata più di far crescere offerta e gettiti, senza preoccuparsi delle ricadute negative che l’incremento del business dell’azzardo avrebbe prodotto nei territori. Basti pensare all’attuale offerta, oltremodo ridondante, che purtroppo aumenta di anno in anno i numeri di raccolta. In Italia, più che altrove, abbiamo un’offerta smisurata.

Cos’è e in cosa consiste nella pratica la tecnica di “spinta gentile?

Dal 2019 è stato istituito il Registro Unico delle Autoesclusioni (RUA) per la gestione delle richieste di autoesclusione dal gioco a distanza cui i giocatori possono ricorrere. La proposta di legge (primo firmatario l’Onorevole Casu e altri), assegnata nel maggio 2022 alla Commissione Affari sociali della Camera, parte da qui.

L’intento è sostanzialmente quello di promuovere e finanziare interventi finalizzati a favorire l’accesso ai dispositivi di autoesclusione dei giocatori, in particolare dal gioco da remoto, e dunque a contrastare la dipendenza dal gioco d’azzardo. Il termine “spinta gentile” (dall’inglese “nudge”), sta a significare la possibilità di favorire l’adesione dei giocatori problematici al registro RUA e più in generale a favorire un approccio responsabile e consapevole a giochi e scommesse.

Il termine “spinta gentile” indica la possibilità di favorire l’adesione dei giocatori problematici al Registro Unico delle Autoesclusioni

Tale pratica, peraltro, è già stata adottata a livello internazionale da una ventina di Paesi e i gruppi di lavoro per lo sviluppo di tecniche di “spinte gentili” è progressivamente cresciuto e in costante espansione, come testimonia il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico del 2018, che ha registrato la presenza di 60 unità in 23 nazioni.

Anche in Italia sono state promosse delle iniziative per istituire, in via sperimentale, questi gruppi di lavoro, come ad esempio quella della Regione Lazio, su iniziativa del consigliere regionale Gian Paolo Manzella. Ciò che serve a contrastare la dipendenza da gioco, che è stata riconosciuta dall’Italia solo nel 2012, grazie al Decreto Balduzzi durante il governo Monti (poi convertito nella legge 189) e va nella direzione giusta. Tuttavia, la totale tracciabilità del giocatore mediante l’utilizzo di una tessera magnetica/tessera sanitaria ecc., senza il cui utilizzo è vietato l’accesso a qualunque tipologia di gioco, resta la scelta migliore. Perché vieta l’accesso ai minori (prassi purtroppo sempre più frequente) e consente di avere la tracciabilità dei flussi finanziari necessaria a contrastare il riciclaggio di denaro sporco.

L’UIF (Unità finanziaria di Banca d’Italia) ha stimato, numeri per difetto, che solo nel 2019 le consorterie mafiose, attraverso il gioco, abbiano riciclato circa 250 milioni di euro.

A quanto ammonta il finanziamento richiesto per il fondo speciale denominato “Fondo nudge giochi pubblici” e a cosa serve?

La proposta in oggetto prevede lo stanziamento di una somma di 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022, da destinare al Fondo nudge per i motivi sopradescritti.

A livello nazionale, per il contrasto della patologia da gioco d’azzardo, sono stanziati 50 milioni circa. Forse non sarebbe male destinare una parte delle risorse complessivamente disponibili alla realizzazione dello studio di analisi circa la reale situazione di dipendenza da azzardo, assolutamente sottostimata, presente nel Paese.

A che punto è la legge e quali sono i principali ostacoli se ci sono?

La calendarizzazione della proposta dipende dalla presidenza e dal sostegno delle diverse forze politiche. È evidente che per quanto ci riguarda solleciteremo l’avvio della discussione. Ostacoli non ci sono da parte nostra.

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Ivana Barberini
Giornalista specializzata in ambito medico-sanitario, alimentazione e salute