La fase di sperimentazione è iniziata nell’agosto del 2021 in Lombardia, quando le farmacie italiane attrezzate e autorizzate a somministrare il vaccino contro il Covid erano inizialmente solo 21. Superati con successo i primi tre mesi, l’esperimento è stato replicato su scala nazionale. Dal novembre del 2021 alla fine del 2022 in Lombardia le farmacie di comunità hanno somministrato 1 milione di vaccini anti-Covid. Poco meno di un terzo del totale erogato dai farmacisti di tutta Italia.
La Lombardia è attualmente l’epicentro di una rivoluzione che porterà le farmacie italiane ad erogare anche le altre vaccinazioni, assumendosi appieno il ruolo di farmacie dei servizi normato da una legge del 2010. La norma prevede la possibilità di erogare diverse prestazioni sanitarie, fra cui quelle che in gergo tecnico vengono definite le “prestazioni analitiche”. Di questa novità e del ruolo sempre più centrale delle farmacie nel sistema sanitario italiano abbiamo parlato con Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti della Lombardia e presidente dei farmacisti italiani (FOFI).
Le farmacie lombarde alla guida di un cambiamento nazionale
In Lombardia sono oltre 280mila le somministrazioni di vaccini anti-Covid che sono state eseguite tra ottobre e novembre, con picchi superiori a 7mila vaccini in un solo giorno. Nell’ultimo bimestre è aumentato il numero delle farmacie che hanno aderito alla campagna di immunizzazione, con 80 nuovi presidi, portando a 704 il numero delle farmacie che partecipano attivamente alla campagna vaccinale Covid.
Il resto di Italia si sta muovendo un po’ più lentamente ma la direzione, come spiega Mandelli, è già tracciata: “Il ruolo dei farmacisti si conferma importantissimo per far crescere l’adesione alla vaccinazione anti-Covid e per mettere gli anziani e i soggetti fragili al riparo dalla malattia grave”, ha affermato Mandelli.
“La capillarità delle farmacie, facilmente accessibili a tutti i cittadini, la competenza e la disponibilità dei colleghi del territorio e il rapporto fiduciario con le comunità rappresentano un valore aggiunto, come testimonia la risposta dei cittadini lombardi che scelgono sempre più di affidarsi al farmacista per vaccinarsi e, più in generale, per avere risposta alle loro esigenze di salute e prevenzione”.
Il farmacista è il primissimo presidio sanitario a cui il cittadino può rivolgersi. Ed è per questo che, soprattutto dal punto di vista della prevenzione, il suo ruolo, ancor prima di quello del medico di base, sembra diventare sempre più rilevante.
A rendere possibile questo cambiamento sono stati tre decreti ministeriali del 16 dicembre 2010 che già autorizzano i farmacisti a effettuare test per la glicemia, colesterolo, trigliceridi. Esami per misurare in tempo reale emoglobina, emoglobina glicata, creatinina, transaminasi, ematocrito ma anche per rilevare nelle urine componenti quali l’acido ascorbico, i chetoni, l’urobilinogeno e la bilirubina, i leucociti, i nitriti, il ph, il sangue, le proteine e l’esterasi leucocitaria. In farmacia ormai si va anche ad acquistare test quando si sospetta una gravidanza o l’entrata in menopausa, per valutare i livelli dell’ormone FSA e per fare testare l’ovulazione. Non da ultimo si possono trovare test per la rilevazione di sangue occulto nelle feci. Oltre alle prestazioni analitiche di prima istanza, in farmacia il cittadino può accedere a dispositivi di misurazione della pressione e dell’attività cardiaca (anche in telecardiologia in collegamento con centri accreditati), della capacità polmonare tramite auto-spirometria, della saturazione dell’ossigeno.
La “lezione” del Covid
“L’esperienza della pandemia ha modificato in maniera radicale la percezione e il ruolo delle farmacie italiane sul territorio – ha detto Mandelli -: siamo riusciti ad essere il perno del servizio sanitario nazionale distribuendo tamponi e mascherine, preparando i gel che servivano ai test, trasformando i messaggi di posta elettronica in vere e proprie ricette digitali e creando il green pass”.
Nell’ultima fase, quella iniziata dall’estate 2021, l’arrivo dei vaccini in farmacia ha definitivamente inaugurato la nuova formula della farmacia dei servizi, dove in futuro potrebbero essere erogate tutte le vaccinazioni, obbligatorie e facoltative. Secondo Mandelli è solo questione di sbloccare i fondi necessari a fare questo ultimo step: “Basta finanziare questi ulteriori sviluppi e la farmacia potrà essere ancora di più un servizio di prossimità”.
D’altro canto, la pandemia ha dato un’accelerata anche alla vendita di farmaci online, la cui domanda è cresciuta del 60% negli ultimi tre anni. In Italia la normativa prevede che una farmacia o parafarmacia fisica inoltri una domanda alla propria Regione di appartenenza e al Ministero della Salute che dà il via libera.
Il contatto umano con il professionista ha una qualità e un impatto insostituibili
“Il contatto umano con il professionista ha una qualità e un impatto insostituibili”, ha commentato il presidente di FOFI, ricordando che sebbene infatti il professionista non abbia obblighi particolari nei confronti dei clienti che vadano oltre l’erogazione del farmaco, il codice deontologico della categoria prevede che il farmacista si impegni ad evitare l’abuso di un farmaco e intervenga come può per un suo uso appropriato.
Difficile quindi che l’acquisto online dei medicinali possa rendere, in un futuro, il ruolo del farmacista più marginale. Soprattutto in vista del fatto che molti altri servizi che stanno per essere sviluppati sembrano andare nella direzione opposta.
Multidisciplinarietà e appropriatezza delle terapie
Da luogo in cui si dispensano medicinali, a mini-ambulatorio dedicato alla prevenzione, in cui effettuare esami autodiagnostici, misurazioni, screening diagnostici, prestazioni infermieristiche e fisioterapiche. La farmacia del futuro è un presidio sanitario di prossimità che assomiglia sempre di più ad un luogo in grado di ospitare un’ampia equipe di professionisti. Un piccolo ambulatorio in cui il cliente-paziente si reca per un primo confronto con un professionista della salute a cui si rivolge per l’acquisto dei farmaci prescritti e non, per effettuare test diagnostici di base e per accedere ad una serie di servizi in più come le vaccinazioni, la fisioterapia e la telemedicina. La direzione tracciata è chiara ma serviranno tempo e denaro per rendere pienamente operativo questo presidio sanitario che potrebbe essere d’aiuto a sgravare ulteriormente gli ospedali dalla grande pressione a cui sono sottoposti vista sia la mancanza di medici di base sul territorio che di specialisti disposti a lavorare nelle corsie del pronto soccorso e negli ambulatori specialistici.
L’inquadramento delle farmacie nella riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali è tema di grande attualità anche alla luce della missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza contenuta nel Decreto Ministeriale 77 del 2022 che ha disposto un importante investimento da 128 miliardi di euro per la creazione di 4400 nuove farmacie rurali che saranno in grado di andare a colmare le distanze dai questi presidi di alcuni territori italiani, contrastando le diseguaglianze di accesso alla salute e al reperimento dei medicinali.