A volte fanno dei giri immensi e poi ritornano. È quanto è accaduto a Thomas Schael, classe 1962, che torna a Torino dopo 10 anni passati tra Alto Adige, Calabria e Abruzzo, con ruoli sia a livello regionale, sia aziendale. Sempre nella sanità.
Dal 1° marzo Schael è commissario della Città della Salute e della Scienza: un incarico quinquennale voluto dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi e – almeno inizialmente – mal digerito dalla componente universitaria.
«Ho accettato con entusiasmo questo riconoscimento professionale di fine carriera arrivato inaspettato – ha commentato Thomas Schael durante il suo insediamento -. Accolgo la sfida che la Regione mi pone e ho l’unico obiettivo di portare questa realtà a un livello di eccellenza. Ho intenzione di introdurre una visione europea all’interno di questa azienda, che io considero un DEA di terzo livello, anche se non previsto nel DM70, con un posizionamento alla pari del Pascal di Parigi e del Charité di Berlino».
Il giorno dell’insediamento Schael ha firmato due circolari: una sul divieto di fumo, l’altra sui principi che regolano l’intramoenia
Il manager di origini tedesche, che si autodefinisce un «progettista di organizzazioni complesse» e cita Seneca, ha iniziato il suo incarico di sabato, con due circolari: la prima che ricorda il divieto di fumo (sigarette elettroniche comprese) in tutto il perimetro della Città della Salute e della Scienza. La seconda sui principi che regolano l’intramoenia, l’attività libero professionale dei medici assunti dal SSN, sulla quale anche la Corte dei Conti ha avviato un’indagine.
I primi provvedimenti
«La prevenzione è fondamentale quando si parla di salute – ha spiegato il manager durante il suo insediamento: così come durante il turno mi aspetto che la gente non beva alcool, allo stesso tempo non deve fumare».
La seconda è orientata all’abbattimento delle liste d’attesa, tema caldo e che ha visto nelle ultime settimane aperture serali e nei weekend proprio per smaltire le code. A Chieti, da dove Schael proviene, l’intramoenia nelle specialità in maggior sofferenza è stata stoppata per tre mesi, dando ai medici la doppia scelta: impiegare i giorni che dedicavano alla libera professione per smaltire le prestazioni delle aziende pubbliche, ricevendo il compenso da turno aggiuntivo, oppure restare a casa. «La circolare richiama solo principi – assicura il manager -: trovandomi in un luogo altamente professionale, sono sicuro che i professionisti capiranno e si adegueranno a ciò che c’è da fare».
«Non sono un curatore fallimentare»

«Il commissario non è un curatore fallimentare – ha messo in chiaro Schael -. L’indirizzo è costruire una visione condivisa coinvolgendo tutti gli stakeholder, comprese realtà come il Politecnico. Oggi le Life Sciences sono un driver dell’economia europea e vanno considerate anche nelle loro ricadute applicative e tecnologiche. Per fare buona sanità, buona ricerca a buona formazione serve poco cemento e tanti strumenti. La sanità deve essere una parte del piano industriale di Torino e del Piemonte».
Nel suo saluto di benvenuto il Presidente della Regione Alberto Cirio, collegato da Asti, ha ribadito che «la Città della Salute e della Scienza può diventare un elemento di rilancio di tutto il sistema sanitario pubblico regionale».
La sfida che attende Schael non è facile, a partire dalle frizioni con il mondo universitario: la scelta del commissario (invece del direttore generale) sarebbe da cercarsi proprio nell’opposizione di quest’ultima componente.
Paola Cassoni, Direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Torino, ha tuttavia ribadito che non vi è opposizione tra le due anime dell’azienda, quella ospedaliera e quella universitaria e si è detta certa «di poter trovare nella guida del commissario la volontà di supportare l’eccellenza e l’attività di ricerca che caratterizzano fortemente la Città della Salute, che nel 2024 è stata sede di progettazione e conduzione del 38% degli studi clinici attivati in Piemonte, garantendo uniche opportunità terapeutiche di avanguardia ai pazienti e contribuendo in maniera importante all’innovazione della pratica clinica».
«Le Life Sciences sono un driver strategico: se non c’è una sanità pubblica che funziona, le multinazionali non si insediano sul territorio»
La Città della Salute e della Scienza si compone di 4 strutture mai davvero integrate (Molinette, CTO, Ospedale infantile Regina Margherita e Ospedale Sant’Anna), quasi 10.000 dipendenti, ha problemi di bilancio e recentemente è stata interessata anche da inchieste giudiziarie sulle gestioni passate. «Un incidente di percorso», come l’ha definito l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, che ha ribadito come sia necessaria più che mai «una guida forte e competente. per affrontare le sfide che ci attendono nei prossimi anni. Una delle più importanti riguarda il Parco della salute, della ricerca e dell’innovazione, opera fondamentale per la città, per la Regione e non solo. È necessaria la collaborazione di tutti: Schael, come gli altri direttori generali che abbiamo scelto all’inizio dell’anno sulla base di valutazioni di competenza professionale, potrà dare un forte contributo per migliorare ancora la sanità del Piemonte che è l’obiettivo principale del nostro lavoro di ogni giorno».
Dai 100 metri alla maratona
Tra il 2013 e il 2015 Schael era stato in Piemonte in qualità di esperto SiVeAS per conto di AGENAS.
SiVeAS è il Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, istituito nel 2006 presso il Ministero della salute, per verificare che siano rispettati i criteri di appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate e quelli di efficienza nell’utilizzo di fattori produttivi, compatibilmente con i finanziamenti erogati.
Tra il 2010 e il 2017 il Piemonte è stato in Piano di rientro: «Quando mi hanno chiamato in Piemonte 10 anni fa dovevo evitare il commissariamento della Regione – ricorda il manager -. Si trattava correre i 100 metri: in tre mesi abbiamo scritto un programma operativo che ha contribuito a risanare la GSA (Gestione Sanitaria Accentrata, ndr). Oggi qui dobbiamo preparare la maratona e lo dobbiamo fare con tutte le parti coinvolte, a partire dalla Regione e dall’Università. Dobbiamo riuscire a economizzare tutto il valore che questo polo ha, sia dal punto di vista universitario sia da quello clinico». I prossimi anni ci diranno se Schael è un atleta completo.