«La prima campagna di prevenzione del virus respiratorio sinciziale (RSV) avviata lo scorso anno ha prodotto risultati importanti, nonostante qualche disomogeneità a livello regionale. Si avvicina la prossima stagione e dobbiamo fare tesoro dell’esperienza maturata. La comunità medica e scientifica, insieme alle associazioni di pazienti, chiede un aggiornamento del calendario di immunizzazione e una pianificazione nazionale che possa garantire concretamente un accesso universale. Mi unisco a questo appello, affinché il Ministero della Salute possa attivarsi tempestivamente per rispondere a questi bisogni». Così Elena Murelli, membro della X Commissione del Senato della Repubblica e promotrice della conferenza stampa in Senato in cui è stato presentato un documento di indirizzo frutto del lavoro di un tavolo multidisciplinare promosso dall’Alleanza per un’infanzia libera da RSV, in collaborazione con Sanofi.
A ottobre 2024 è stata infatti avviata la prima campagna di prevenzione di RSV, volontaria e gratuita, che ha mostrato risultati incoraggianti. Si tratta di un traguardo importante che segna un cambio di paradigma nella prevenzione delle infezioni respiratorie nei neonati, grazie all’introduzione di anticorpi monoclonali di nuova generazione.
Il Ministero della Salute ha infatti stanziato 50 milioni di euro per consentire l’immunizzazione gratuita in tutte le Regioni, che però non è partita in modo omogeneo dappertutto. I risultati migliori (con una riduzione superiore al 90% delle ospedalizzazioni) si sono registrati nelle aree che hanno iniziato a novembre. Adesso l’obiettivo è trasformare questo primo passo in un diritto stabile e accessibile a tutti i bambini, indipendentemente dalla Regione in cui nascono.
RSV: un rischio reale per i più piccoli
Il virus respiratorio sinciziale è la principale causa di bronchiolite e polmonite nei bambini sotto l’anno di età e rappresenta un problema sanitario rilevante. Secondo recenti stime epidemiologiche, in una singola stagione epidemica in Italia si registrano oltre 231.000 eventi clinici legati all’RSV, tra cui più di 13.000 ospedalizzazioni e oltre 2.000 ricoveri in terapia intensiva. Il virus colpisce in modo significativo sia i neonati nati nella stagione epidemica (da ottobre a marzo) sia quelli nati fuori stagione, con un impatto sociale ed economico stimato in oltre 61 milioni di euro per il SSN.
Una campagna che cambia la prospettiva
La recente campagna di immunizzazione ha permesso per la prima volta di offrire protezione a tutti i neonati alla loro prima stagione RSV, con un’elevata adesione da parte delle famiglie e una riduzione tangibile dei ricoveri. «Abbiamo assistito a un cambio di paradigma nella prevenzione pediatrica – ha commentato Fulvia Filippini, Country Public Affairs Head di Sanofi -. Ora servono linee guida chiare e un impegno sinergico da parte delle istituzioni per prepararsi al meglio alla prossima stagione».
Un’alleanza trasversale per un obiettivo comune

L’Alleanza per un’infanzia libera da RSV è nata nel 2021 per fotografare il panorama della prevenzione in Italia e proporre soluzioni basate su evidenze cliniche, analisi economiche e impatto sociale. Il tavolo multidisciplinare che ha redatto il Documento ha coinvolto Società Scientifiche (SIN, SIP, SItI), economisti sanitari (ISPOR Italia, CEIS-EEHTA), rappresentanti di diverse Regioni, associazioni di pazienti (Cittadinanzattiva, Federasma e Allergie, Vivere Onlus), oltre a parlamentari e professionisti del settore.
I dati sono chiari: con una copertura del 60% dei neonati, la prevenzione tramite anticorpi monoclonali potrebbe evitare oltre 107.000 eventi sanitari e risparmiare al Servizio Sanitario 28 milioni di euro. E l’Italia ha già dimostrato, con questa prima esperienza, di poter raggiungere coperture simili a quelle di Paesi come Francia e Spagna.
Le cinque azioni per una strategia nazionale
Il documento di indirizzo propone cinque azioni chiave per costruire un programma di immunizzazione stabile, equo e tempestivo:
- Aggiornare il calendario di immunizzazione per un accesso equo agli anticorpi monoclonali in qualità di Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Adottare un atto di indirizzo nazionale auspicabilmente entro aprile 2025.
- Assicurare l’immunizzazione per tutti i neonati, sia quelli nati in stagione (ottobre-marzo) che fuori stagione (aprile-settembre).
- Rafforzare l’efficacia della campagna di prevenzione con indicazioni chiare e univoche per le Neonatologie, i Pediatri di Libera Scelta e i Dipartimenti di prevenzione.
- Sensibilizzare le famiglie, inclusi i neogenitori, con una campagna di informazione e comunicazione corretta, coinvolgendo le Associazioni di Pazienti e utilizzando i dati delle Società Scientifiche.
- Promuovere il dialogo tra Neonatologie, Pediatri di Libera Scelta e i Dipartimenti di prevenzione all’interno delle Regioni.
Durante l’incontro ci si è soffermati sulla necessità di una circolare ad hoc che tuteli tutti i nuovi nati, anche quelli nati fuori stagione. Francesca Russo, responsabile del coordinamento interregionale Prevenzione della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha evidenziato: «Servono finanziamenti adeguati e l’aggiornamento del calendario di immunizzazione. Inoltre, la campagna di comunicazione deve essere coordinata a livello nazionale».
Urge una maggiore pianificazione, che consenta una migliore raccolta dei dati sia per le somministrazioni avvenute in ospedale, sia per quelle sul territorio, oltre alla disponibilità in tempo degli anticorpi monoclonali, in modo da poter attivare le gare in modo organizzato e da poter formare gli operatori sanitari.
Dello stesso avviso anche Antonio D’Avino, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri di Famiglia: «L’auspicio della pediatria territoriale è che tutte le Regioni comincino insieme, per dare le stesse opportunità di prevenzione ai lattanti, ovunque questi risiedano».