Comprendere il ruolo centrale delle vaccinazioni nella prevenzione e gestione delle patologie respiratorie è l’obiettivo del documento “Vaccination strategies in respiratory diseases: recommendation from AIPO-ITS/ETS, SIMIT, SIP/IRS and SItI”, presentato a Milano. Il testo nasce dalla collaborazione tra quattro autorevoli società scientifiche – AIPO-ITS/ETS (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SIP/IRS (Società Italiana di Pneumologia) e SItI (Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità Pubblica) – e rappresenta uno strumento di valorizzazione per quella che è l’arma più potente di cui disponiamo al fine di prevenire e controllare le patologie virali: i vaccini. Con uno sguardo particolare ai soggetti fragili e ai pazienti affetti da patologie croniche.
Una copertura vaccinale ancora lontana dagli obiettivi
Sul fronte delle vaccinazioni siamo ancora lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In particolare, la campagna contro SARS-CoV-2 ha registrato risultati inferiori alle attese, mentre per il virus antinfluenzale la situazione è risultata eterogenea a livello regionale. La Lombardia, ad esempio, ha mostrato un’adesione significativa, ma persistono ampie aree di criticità.
Ma, come sappiamo, i vaccini sono vittime del loro stesso successo. Quando la malattia viene debellata, viene a mancare la percezione del rischio e, di conseguenza, la volontà di ricorrere al vaccino.
Sul fronte delle vaccinazioni siamo ancora lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati dall’OMS
Singolare anche la situazione del vaccino contro RSV (Virus Respiratorio Sinciziale) che registra un successo nella somministrazione ai neonati ma, in maniera significativamente inferiore, negli adulti.
Focus sui principali agenti patogeni
Il documento – pubblicato sulla rivista Respiration – prende in esame i principali patogeni respiratori: influenza, RSV, SARS-CoV-2, Streptococcus pneumoniae e virus della varicella-zoster (VZV). La vaccinazione contro questi agenti si rivela particolarmente utile nei pazienti con patologie respiratorie croniche, spesso esposti a rischi maggiori di riacutizzazioni e ospedalizzazioni.
Un esempio emblematico è rappresentato dal recente ricovero di Papa Francesco al Policlinico Gemelli, inizialmente per una bronchite, poi evoluta in una polmonite bilaterale, in un quadro clinico già segnato da bronchiectasie. Un episodio che mette in evidenza quanto sia importante la prevenzione anche nei soggetti già in carico per malattie respiratorie.
Un documento chiaro, pensato per i clinici
A moderare la presentazione è stato Sergio Harari, Direttore dell’UO di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe Multimedica IRCCS di Milano. Harari ha sottolineato il valore pratico del documento come strumento operativo: «Al fine di contrastare l’ondata di scetticismo legata ai vaccini, è necessario che i medici dedichino del tempo a parlare di vaccinazioni ai propri pazienti al fine di aiutarli a superare pregiudizi e paure infondate».
Una visione globale sulle vaccinazioni
Claudio Micheletto, Presidente AIPO-ITS e Direttore dell’UOC di Pneumologia all’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, ha rimarcato la visione integrata del documento: «In questo documento di indirizzo si è voluto fornire una visione globale, non sulle singole malattie o sulla singola vaccinazione, ma sulle malattie respiratorie nel loro insieme. Oltre alle vaccinazioni già raccomandate, come l’antinfluenzale e l’anti-pneumococcica, le linee guida internazionali di riferimento hanno recepito l’evidenza scientifica di nuove vaccinazioni, come, ad esempio, l’herpes zoster e l’anti-virus respiratorio sinciziale. È fondamentale che il paziente possa avere accesso alle vaccinazioni preventive».
Nel documento di indirizzo si è voluto fornire una visione globale, non sulle singole malattie o sulla singola vaccinazione, ma sulle malattie respiratorie nel loro insieme
Micheletto ha inoltre evidenziato l’importanza dell’alleanza tra società scientifiche: «L’altro valore aggiunto di questo strumento di indirizzo è la coesione di tutte le società scientifiche italiane che si occupano di patologie respiratorie croniche: AIPO-ITS/ETS e SIP/IRS per il mondo pneumologico, SIMIT per le malattie infettive, e SitI per gli igienisti. Nel documento abbiamo messo in evidenza come il paziente respiratorio sia un paziente particolarmente a rischio, non solo in termini di morbilità e mortalità, ma anche per quanto concerne le riacutizzazioni».
Una responsabilità condivisa
Roberto Parrella, Presidente SIMIT, ha espresso soddisfazione per il risultato raggiunto: «Sono orgoglioso di questo documento. Non è scontato che quattro società scientifiche si mettano insieme e costruiscano uno strumento di questa portata, basato su evidenze scientifiche consolidate e recenti».
La vaccinazione non è solo una scelta clinica ma anche un’opportunità per ridurre le disuguaglianze, migliorare la qualità di vita e contenere i costi per il SSN
Parrella ha poi ricordato il ruolo chiave dei vaccini, soprattutto nei soggetti più fragili: «Le vaccinazioni costituiscono uno straordinario strumento di protezione per le popolazioni fragili caratterizzate da pazienti affetti da patologie croniche, anziani o immunodepressi. Dalle evidenze scientifiche disponibili emerge che, proteggendo questa popolazione dai più comuni e principali patogeni respiratori, e anche dal virus della varicella-zoster (VZR) – che può interferire sulla qualità della vita e sul percorso di cura del paziente con patologia respiratoria cronica – è possibile ridurre in maniera significativa le complicanze che tali infezioni possono comportare, diminuire i costi sanitari e migliorare la qualità della vita dei pazienti». Una scelta non solo clinica dunque, ma anche un’opportunità per ridurre le disuguaglianze, migliorare la qualità di vita dei pazienti e contenere i costi per il SSN.
L’urgenza di un cambio di passo
A ribadire l’urgenza di una maggiore adesione vaccinale è anche Fabrizio Luppi, delegato SIPIRS e pneumologo presso la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori: «Quest’anno abbiamo assistito a un assalto dei pronto soccorso da parte di pazienti che non si erano vaccinati contro l’influenza, affetti da polmoniti legate al virus influenzale. Questo conferma la riluttanza rispetto a questo strumento preventivo. In questo scenario, la prevenzione assume un ruolo fondamentale e, fortunatamente, oggi disponiamo di numerosi vaccini in grado di ridurre significativamente il rischio di infezioni respiratorie gravi e, in alcuni casi, mortali».
Luppi ha inoltre richiamato l’importanza della diagnosi precoce e del ricorso agli antivirali nei pazienti a rischio, sottolineando l’elevato profilo di sicurezza dei vaccini attualmente disponibili.
La vaccinazione come atto collettivo
Infine, Luigi Vezzosi, Segretario Generale della SItI, in forza presso UOS di Prevenzione delle Malattie infettive, ATS Val Padana (Cremona), ha sottolineato il valore collettivo della vaccinazione, in particolare per proteggere soggetti fragili e immunodepressi: «In epoca post COVID-19, grazie a un potenziamento della capacità diagnostica si è visto che l’ambiente in cui viviamo è popolato da numerosi virus respiratori. Il Piano Nazionale vaccinale invita i soggetti fragili, anziani e immunodepressi, che sono più a rischio di ospedalizzazione, a vaccinarsi. Vaccinarsi contro virus come l’influenza, il SARS-CoV-2, l’RSV o contro patogeni come lo pneumococco e il virus della varicella-zoster significa ridurre le riacutizzazioni, prevenire i ricoveri e migliorare la qualità di vita di milioni di persone con patologie respiratorie. La vaccinazione, oggi più che mai, non è solo una scelta individuale, ma un atto di responsabilità collettiva e uno strumento chiave per la sostenibilità del nostro sistema sanitario».
Occorre investire nella comunicazione pubblica per superare lo scetticismo diffuso verso i vaccini, ancora presente in ampie fasce della popolazione
Il ruolo della comunicazione
Perché le strategie di prevenzione abbiano successo, è indispensabile l’impegno condiviso tra media, istituzioni e comunità scientifica. Occorre infatti investire nella comunicazione pubblica per superare lo scetticismo diffuso verso i vaccini, ancora presente in ampie fasce della popolazione.
Un lavoro capillare, continuo e fondato su evidenze che – come dimostra questo documento – può fare la differenza nel contrasto alle patologie respiratorie, oggi più che mai al centro delle sfide sanitarie globali.