Piemonte, telemedicina in aree montane: l’Asl VCO avvia un progetto di sperimentazione

Potenziare l’assistenza territoriale, favorire la capillarità dei servizi e la maggiore equità di accesso alle prestazioni mediche. Con questi obiettivi l’Asl Verbano Cusio Ossola introduce due cabine di televisita. Intervista al Direttore generale, Chiara Serpieri

“Come Azienda sanitaria siamo sempre alla ricerca di soluzioni che la tecnologia ci mette a disposizione, convinti che l’innovazione è anzitutto un metodo, un approccio al problema. Il nucleo del lavoro che conduciamo è quello di selezionare – anche mutuando dalle esperienze altrui – tra le tante soluzioni oggi presenti sul mercato che sono meglio contestualizzabili, con caratteristiche di sostenibilità immediata e nel tempo. Individuata la soluzione, la gestione del progetto (che è complesso) costituisce un impegno di molti dei nostri tecnici, e pone insieme diversi attori e diverse professionalità anche di varie istituzioni”. Parole di Chiara Serpieri, Direttore generale di Asl VCO (Verbano Cusio Ossola), azienda che per potenziare l’assistenza territoriale e agevolare la capillarità dei servizi e la maggiore equità di accesso alle prestazioni mediche ha avviato una sperimentazione in ambito di telemedicina in aree montane, introducendo dispositivi per l’effettuazione di visite mediche a distanza.

L’attivazione di servizi di telemedicina è funzionale alla necessità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione che vive in un territorio dalla conformazione prevalentemente montana – riprende Serpieri – con molti piccoli comuni situati all’interno delle valli, e quindi di potenziare le infrastrutture digitali, l’uso del Fascicolo Sanitario Elettronico, che mettendo a disposizione servizi e referti online riduce il numero dei tragitti verso le strutture sanitarie e consente di favorire la permanenza della popolazione residente anche nelle aree disagiate, in coerenza con le politiche di ripopolamento delle nostre valli”.

Progetto di telemedicina per le aree montane piemontesi

Ottenuta la disponibilità da parte delle amministrazioni comunali di Formazza e di Macugnaga, sono state quindi avviate le procedure di appalto per l’acquisizione di due cabine di televisita (Consult Station) – per un costo complessivo di 85.400 euro – da installare in spazi appositamente predisposti presso i locali dei municipi dei due comuni.

Le cabine di televisita saranno attivate entro fine anno nei comuni di Formazza e Macugnaga

Una volta a regime, le cabine permetteranno al medico di assistenza primaria, agli specialisti e ai pediatri di libera scelta (opportunamente formati all’uso) collegati in videoconferenza, di portare servizi di medicina di assistenza primaria e specialistica, effettuare esami clinici che non richiedano l’esame obiettivo del paziente, avanzare ipotesi diagnostiche, monitorare i parametri clinici dei pazienti e ottenere, per via telematica, tutta la documentazione che riguarda la visita effettuata. Per i  pazienti sarà possibile stampare promemoria, ricetta e referti. L’Azienda poi farà una raccolta di dati e verificherà l’opportunità di scalabilità del progetto in altre aree della struttura stessa.

“Si tratta di una formula di erogazione dei servizi già attiva in Francia in numerosi territori che hanno le medesime caratteristiche di “marginalità” ed esiguità di risorse professionali riscontrabili nelle nostre valli”, puntualizza il Direttore generale di Asl VCO, riconoscendo poi che l’emergenza pandemica da Covid-19 ha, in qualche modo, velocizzato l’iter del progetto.

“Era un fenomeno già in atto, ma certamente la pandemia ha accelerato la messa a disposizione e l’utilizzo di diverse tipologie di dispositivi, che consentono l’erogazione di servizi e l’effettuazione di visita a distanza. In tal senso, le sperimentazioni e le opportunità sono numerose. La concomitanza di una criticità di disponibilità di risorse professionali ha ulteriormente accentuato l’attenzione sulle soluzioni che consentono di sviluppare servizi che utilizzano le nuove tecnologie, al fine di garantire la continuità delle cure”.

Cabine per la televisita, l’innovazione in campo medico

La Consult Station è una cabina medicale, registrata come dispositivo classe IIa. Al suo interno raggruppa strumenti di misurazione, sensori, monitor e sistema di comunicazione che permettono, in real time, l’acquisizione e la condivisione tra medico (collegato da remoto) e paziente di dati sanitari affidabili e riproducibili, consentendo altresì di rilasciare referti e prescrizioni in forma digitale.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche, la cabina è dotata di: bilancia per rilevamento automatico altezza, peso, BMI (Body mass index), termometro, ossimetro (saturazione e frequenza cardiaca), sfigmomanometro, stetoscopio, otoscopio, dermatoscopio, ECG 12, derivazioni, misurazione glicemia.

All’atto pratico “le cabine entreranno in funzione entro fine anno”, fa presente Serpieri, aggiungendo che “con il responsabile dei servizi abbiamo avuto modo di constatarne dal vivo il funzionamento e il contesto, dialogando anche con medici e operatori sanitari nei luoghi dove sono state installate”.

Quali sono i feedback che l’Azienda si aspetta? È possibile fare delle previsioni? “La risposta che ci attendiamo è che, come già avviene in Francia, i pazienti possano servirsi di questa opportunità ogni qualvolta abbiano necessità di effettuare uno degli esami erogati dalla cabina, usufruendo del vantaggio di non doversi impegnare in onerosi viaggi verso i centri di riferimento principali. Naturalmente il buon funzionamento della cabina è dato non solo dall’utilizzo da parte dei cittadini, ma anche dalla fattiva collaborazione dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta e degli specialisti con cui abbiamo progettato – e continuiamo a progettare – l’attività”, motiva ancora il Direttore generale dell’Azienda sanitaria locale del Verbano Cusio Ossola.

Ricordando poi che “oltre alle cabine, l’Asl VCO ha adottato nel tempo anche altri modelli di assistenza di prossimità: ad esempio, per la dialisi peritoneale a casa del paziente viene installato un totem con il quale lo stesso può interagire con il medico e gli operatori sanitari. Svolgiamo poi attività di teleradiologia e di televisita in diverse discipline e, in parallelo, stiamo avviando sperimentazioni in ulteriori ambiti”.

Assistenza territoriale e telemedicina: lo stato dell’arte in Piemonte

Il nuovo modello di assistenza territoriale introdotto dal DM 77/2022 (“Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”) prevede e assicura l’erogazione di prestazioni assistenziali anche mediante telemedicina. Il ruolo delle Regioni, dunque, è rilevante.

A questo proposito, Serpieri tiene a precisare che “l’assistenza di prossimità, compresa quella telematica, è in via di sviluppo, in Piemonte come nel resto dell’Italia, con numerose sperimentazioni. In alcune situazioni risente della ancora non completa copertura, soprattutto in montagna, del wi-fi e in particolare della fibra ottica. Motivo per cui nel nostro territorio abbiamo creato un tavolo congiunto, coordinato dalla Prefettura, a cui sono seduti i principali attori coinvolti”.

A seguito del DM 77 l’assistenza di prossimità, compresa quella telematica, è in via di sviluppo, in Piemonte come nel resto dell’Italia, con numerose sperimentazioni

E ancora, “da alcuni anni il Piemonte ha sviluppato un’app – disponibile su App Store e su Google Play – per prenotare (da smartphone o collegandosi al sito web) gli esami e le visite. Inoltre è a regime il Fascicolo Sanitario Elettronico sul quale i nostri servizi riversano i referti, di Laboratorio Analisi e di Radiodiagnostica, comprese le immagini, il foglio di dimissione dal DEA e altri referti di visite specialistiche”. Ricorda in conclusione Serpieri: “Il Fascicolo Sanitario Elettronico può essere visionato direttamente dal medico di famiglia solo se il cittadino ne ha acconsentito l’accesso con delega: per questo abbiamo avviato una campagna di “alfabetizzazione” all’uso, con l’ausilio di collaboratori volontari del servizio civile”.

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Massimo Canorro
Giornalista specializzato in salute e sanità